Regione, in arrivo l’impugnativa anche per la legge sull’acqua
Regione, in arrivo l’impugnativa anche per la legge sull’acqua
Dopo la bocciatura della legge sui liberi consorzi, lunedì il Consiglio dei ministri potrebbe ripedire al mittente un’altra riforma che Palazzo Chicgi guidica poco chiara
PALERMO – Dopo l’impugnativa della legge sugli appalti e quella sulla riforma delle Province, ora a rischio c’è la riforma dell’acqua pubblica approvata dall’Assemblea siciliana. Il Consiglio dei ministri dovrebbe esprimersi lunedì prossimo e secondi indiscrezione anche questa riforma dovrebbe ssere impugnata da Palazzo Chigi. La legge regionale n. 19 “Disciplina in materia di risorse idriche”, infatti, conterrebbe al suo interno diversi profili di incostituzionalità. Le osservazioni informalmente avanzate da Roma metterebbero in evidenza uno sbilanciamento che privilegia società pubbliche e comuni. Le ipotesi avanzate sono varie. Dalla violazione di ambiti riservati in via esclusiva allo Stato, a principi che andrebbero a ledere la tutela della concorrenza e dell’ambiente. Da qui l’ipotesi concreta di un’impugnativa da parte del Consiglio dei ministri. Sul mercato si andrebbe a configurare la possibilità di un minore ricorso alla forma di gestione privata o con società mista a partecipazione pubblica, aspetto questo che sarebbe in contrasto con la norma comunitaria che pone sullo stesso piano la gestione in house, la gestione privata e la società mista. La Regione, secondo i rilievi mossi, dovrebbe inoltre limitarsi ad individuare gli enti successori delle soppresse autorità d’ambito, a cui spetterebbe la forma di gestione del servizio idrico integrato. La legge regionale, inoltre, ampliando la platea dei comuni a cui si concede la facoltà di gestione autonoma, violerebbero i limiti di deroga imposti dal legislatore statale, che si porrebbe in contrasto con il principio di superamento della frammentazione delle gestioni. Si andrebbe cioè in direzione opposta alla concentrazione di gestori e verso più soggetti chiamati ad operare. Né mancherebbero, tra i rilievi posti, quelli relativi alla norma che prevedendo l’erogazione anche in favore dei singoli comuni, si porrebbe in contrasto con la normativa statale, e specificamente con il principio di gestione unica per ambito, come ampiamente previsto invece dallo Sblocca Italia.