PALERMO – Il countdown per lo sbarco dei big in Sicilia per il rush finale è partito. Aspettando il treno di Renzi e gli arrivi eccellenti a cominciare dalla prossima settimana – dal premier Gentiloni a Berlusconi, da Grillo a Bersani – la scena se la prende Matteo Salvini. Da Catania il leader della Lega attacca i 5stelle e il Pd, perché considerano il voto siciliano del 5 novembre come un test per le nazionali.
«Le elezioni politiche sono un’altra cosa, io non uso i siciliani come cavie, i test li facciamo altrove, non in Sicilia», afferma il capo leghista. Pur riconoscendo che «l’avversario è il M5s», Salvini avverte i siciliani: «All’onestà, che è un requisito fondamentale, bisogna aggiungere la capacità. Andate a Roma e guardate come in un anno e mezzo non solo non hanno combinato niente ma la città è ancora più sporca e più insicura di prima. Noi siamo qui a proporre le nostre idee, poche: lavoro, agricoltura, sicurezza e trasporti».
A Luigi Di Maio che assieme a Giancarlo Cancelleri ha chiesto all’Osce l’invio di osservatori internazionali «per monitorare la regolarità delle elezioni messe a rischio dal voto di scambio», Salvini risponde secco: «Di solito si mandano nelle zone di guerra, io penso che i siciliani voteranno con la testa e liberamente. Non hanno bisogno di tutori, di accompagnatori, di controllori».
Ma i 5stelle tengono il punto. «Mi sorprendono le reazioni scomposte alla nostra richiesta degli osservatori: l’Osce è intervenuta più volte in Italia, ricordo le elezioni del 2006, del 2008 e anche le amministrative del 2012».
Domani il governo Gentiloni, fa sapere il M5s, risponderà al question time alla Camera proprio a una interrogazione, firmata anche dal vice presidente Di Maio, sulla richieste di intervento dell’Osce in Sicilia. Per il M5s il pericolo di «inquinamento del voto» arriva dai cosiddetti «impresentabili». «Mi preoccupano tantissimo – ribadisce Cacelleri che ha fatto i nomi in un dossier consegnato all’Antimafia – Sono proprio quelli che mirano al voto di scambio e sono soprattutto nelle liste che sostengono Nello Musumeci».
Salvini però non ci sta. «La nostra lista è pulita – contrattacca – Se altri, per interessi e ragionamenti loro, hanno fatto scelte sbagliate, sceglieranno i siciliani. Non faccio l’avvocato, non faccio il magistrato. Abbiamo detto no a gente che ci diceva ‘ti porto 3.000 – 4.000 – 5.000 votì, discussi e discutibili. Non mi interessano i pacchetti di voti. Non mi interessano le vicinanze dei clan, anzi siamo qui per combattere la mafia quartiere per quartiere».
E Musumeci risponde accusando i 5stelle di «doppia morale: pensano al familismo, ai parenti, a fare carriera». «Loro hanno un solo linguaggio, quello della violenza e del rancore – s’infervora Musumeci – Loro puntano a delegittimare l’avversario ma la gente ormai non ci casca più perché l’esempio di Roma è evidente».
E ancora: «In Sicilia dovevano essere l’esempio della moralità e hanno cinque deputati rinviati a giudizio senza ancora andare a governare e pure qualche politico ‘chiacchieratò. Ripeto che non mi nutro di queste vicende per delegittimare l’avversario. Dico solo che la politica deve essere messaggera di speranze».
Poi l’affondo: «I grillini devono rassegnarsi. Facciano un poco di opposizione, facciano noviziato, facciano militanza e si rendano conto che non esiste la superiorità genetica e forse fra qualche anno avranno il diritto di potersi accreditare come amministratori affidabili».