ROMA – Nemmeno l’intervento di Silvio Berlusconi è riuscito a sbrogliare l’impasse che da settimane impedisce la scelta del candidato alla presidenza della Sicilia. L’esito del vertice di Arcore a cui hanno preso parte il coordinatore siciliano di Forza Gianfranco Miccichè ed il leader di Sicilia nazione Gaetano Armao (nome, questo, gradito al Cavaliere per il suo progetto di radunare imprenditori e esponenti della società civile) aveva fatto ben sperare quanti, dentro Forza Italia e nell’area centrista, tifavano per un riavvicinamento tra gli azzurri e area popolare.
A sentire infatti gli uomini di Miccichè, l’intesa con il leader di Ap sarebbe ad un passo. Proprio Berlusconi, per tentare evitare una divisione del centrodestra che renderebbe più difficile avere chance di vittoria, ha deciso di sondare in prima persona Alfano e poi di sentire il resto degli alleati. Non è la prima volta che i due si sentono ed il Cavaliere, raccontano, avrebbe provato in tutti i modi a convincere il leader di Ap a trovare un’intesa per la Sicilia anche su un nome proposto dagli stessi centristi. Un’offerta però che non basta al ministro degli Esteri convinto che la partita siciliana debba essere solo una parte di un quadro più generale di alleanze.
Una frenata all’entusiasmo di Miccichè e che invece torna a far sperare il partito democratico. Il leader di Ap anche oggi ha sentito Lorenzo Guerini che segue da vicino tutta la partita siciliana. Che il titolare della Farnesina prima di decidere debba fare i conti con le diverse “anime” del partito non è più un mistero e che tutti non vogliano tornare con il Cavaliere lo dimostra l’annuncio fatto in mattinata da Pier Ferdinando Casini che in una conferenza stampa a Ragusa ha annunciato una rosa di tre nomi (D’Alia, Misuraca e La Via) come possibili candidati alla guida della regione con una coalizione «tra moderati e progressisti». Una fuga in avanti (pare che lo stesso Alfano si sia irritato) che non è piaciuta a chi dentro Ap lavora invece per un accordo con il Cavaliere, tanto che a frenare sull’intesa già raggiunta con i dem ci pensa il coordinatore regionale e big del partito, Giuseppe Castiglione.
Insomma: nulla ancora di deciso tanto che da Arcore comunque ogni strada resta aperta, anche quella di convergere su Nello Musumeci. A non scartare ancora l’ipotesi è la richiesta fatta da Giorgia Meloni in una telefonata proprio con il Cavaliere. La leader di Fdi, che aveva sentito anche Salvini, ha ribadito all’ex premier l’indisponibilità ad un’intesa con Alfano: «serve una coalizione seria e credibile», spiega Meloni che al telefono con Arcore ha inoltre ribadito il suo sostegno a Musumeci, l’unica candidatura che può portare il centrodestra alla vittoria. Uno scenario che risulterebbe più complesso con una spaccatura soprattutto tenendo conto del seguito personale che ha Musumeci. Un bottino di voti che potrebbe fare la differenza.