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Regionali, Maggiore escluso dal Tar: i candidati alla Presidenza restano in sei

L'esponente di "Italia Sovrana e popolare". In novecento in corsa per l'Ars

Di Redazione |

Non sono più sette ma sei i candidati in corsa per la presidenza della Regione siciliana: fuori Fabio Maggiore. Con sentenza emessa stamani, il Tar di Palermo ha giudicato inammissibile il ricorso del partito "Italia Sovrana e popolare", le cui liste erano state escluse  per vizi di forma dall’ufficio centrale regionale per l’elezione del presidente della Regione siciliana presso la Corte d’appello e l’ufficio territoriale del governo. Per tentare di rientrare il partito può tentare la carta della Consiglio di giustizia amministrativa (Cga).

L’ufficio centrale aveva ricusato la lista regionale, in quanto la sottoscrizione del mandato alla presentazione della lista era stata autenticata da soggetto non legittimato. Il ricorso è stato ritenuto inammissibile perché è stato notificato solo alla Corte d’Appello e non alla Prefettura, ma anche perché giudicato infondato. «La presentazione della lista regionale – si legge nella sentenza – ed il deposito dei relativi documenti devono essere effettuati da persona munita di mandato, conferito da chi ricopre, in ambito regionale, la carica di presidente o segretario o coordinatore del partito ovvero della formazione politica che presenta la predetta lista regionale. La firma di chi conferisce il mandato deve essere autenticata». I giudici hanno confermato l'irregolarità nell’autentica del mandato alla presentazione della lista «in quanto la relativa sottoscrizione era autenticata da un avvocato e non corrispondeva a quanto richiesto». 

Novecento le persone inserite nelle liste in corsa per uno dei 70 scranni dell’Assemblea regionale siciliana. Si vota nello stesso giorno delle politiche, gli elettori troveranno quindi tre schede per votare: Senato della Repubblica, Camera dei deputati e Regione siciliana. Dopo le tensioni tra i partiti della coalizione che hanno impedito la ricandidatura di Nello Musumeci, il centrodestra si presenta unito attorno a Renato Schifani, cinque le liste in suo appoggio: Forza Italia, Fratelli d’Italia, Prima l'Italia-Lega, Popolari e autonomisti e Dc. In frantumi l'alleanza progressista tra M5s e Ps che aveva portato alle storiche primarie, Dem e partiti della sinistra sostengono Caterina Chinnici: l’eurodeputata, figlia del giudice Rocco Chinnici assassinato dalla mafia, ha il sostegno di due liste, il Pd e Fava/Centopassi. Una sola lista composta da militanti e dirigenti per il M5s che candida a governatore Nuccio Di Paola, referente regionale del movimento. Nove le liste messe in campo da Cateno De Luca, il leader del movimento 'Sicilia Verà, che punta a Palazzo d’Orleans dopo essersi dimesso in anticipo da sindaco di Messina. In campo anche Gaetano Armao, attuale vice presidente della Regione siciliana e assessore all’Economia nel governo Musumeci: sostenuto da Azione di Calenda e Italia Viva, Armao ha lasciato Forza Italia. In corsa anche Eliana Esposito degli indipendentisti Siciliani liberi. Tenendo conto dei sondaggi che circolano da diversi giorni, la sfida in Sicilia sarebbe quanto mai incerta. Anche le previsioni sulle liste sono alquanto ballerine anche se la coalizione di centrodestra viene data in vantaggio. Decisive saranno le prossime due settimane. I partiti più grossi puntano tutto sull'appeal dei propri leader che arriveranno in Sicilia per tirare la volata a candidati e liste. Dopodomani il centrodestra si presenterà compatto con Schifani alla convention di Palermo; dal 15 al 17 invece riflettori su Giuseppe Conte: per il leader del M5s si preannuncia una maratona, con tre comizi al giorno in altrettanti comuni delle nove province dell’Isola. Si rincorre la voce di un blitz di Silvio Berlusconi a Marsala tra il 16 e il 17 mentre sono scontati – mancano solo le date ufficiali – gli arrivi imminenti di Giorgia Meloni, Matteo Salvini ed Enrico Letta.  COPYRIGHT LASICILIA.IT © RIPRODUZIONE RISERVATA

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