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Regionali, Candiani (Lega): «Aboliamo le preferenze in Sicilia»

Di Giuseppe Taibi |

PALERMO – La proposta del commissario leghista in Sicilia Stefano Candiani, di modificare la legge elettorale per l’Ars abolendo la preferenze e introducendo le liste bloccate, raccoglie il gelo degli alleati e trova una sponda inaspettata da Italia viva. In mattinata il leader del Carroccio in Sicilia, dalle colonne di Repubblica, aveva illustrato la sua proposta avanzando le sue motivazioni: “Così possiamo tornare a fare vera politica senza dover sottostare ad alcuni deputati che si muovono in autonomia rispetto ai partiti, e lo dico a 360 gradi, da destra a sinistra. In Sicilia il sistema è quello del voto personale e la politica in senso largo è inesistente. Ma il sistema non ha funzionato e lo si vede dalle inefficienze presenti in Sicilia. Allora proviamo a cambiarlo”. Parole che non hanno entusiasmato Gianfranco Miccichè, al quale Candiani aveva inviato l’invito al confronto. Per il presidente dell’Ars la riforma della legge elettorale “non è una priorità. Che qualcosa vada cambiato sono d’accordo, ma quella della preferenza è una discussione che non mi appassiona. In Sicilia le priorità sono altre, il calo del Pil, della produzione, delle regole dell’Europa sul settore della pesca contro le quali non facciamo nulla. Il vero problema in questo momento è quello degli investimenti, non della legge elettorale”. 

Comunque il presidente dell’Assemblea regionale si dice pronto al confronto: “Se c’è qualcosa da modificare non ho paura a farlo. Anche se – riflette – l’eliminazione della preferenze allontanerebbe di più la gente dalla politica”. Se Miccichè si dimostra tiepido, un collega di partito come Renato Schifani appare invece gelido. “Il sistema delle liste bloccate sarebbe l’unico in Italia”, afferma il senatore, per il quale “non c’è dubbio che il voto di preferenza avvicina sempre di più il politico al territorio, sia al momento della richiesta del consenso che nel mantenimento dello stesso, quando si è chiamati ad affrontare e risolvere i problemi di specifici territori”. Posizione simile quella espressa da Saverio Romano di Cantiere popolare: “Per la nostra storia il sistema proporzionale accompagnato dalle preferenze è garanzia del collegamento tra l’eletto e l’elettore, il resto è la nomenclatura che si autoproclama, senza contare che con il sistema che non prevede preferenze si sono visti i picchi più bassi nell’affluenza al voto”. Netto Giampiero Cannella, coordinatore di Fratelli d’Italia per la Sicilia occidentale: “A causa della legge nazionale, da anni, da dopo il Mattarellum, che prevedeva dei collegi che garantivano un contatto diretto con il territorio e dal Porcellum con le successive evoluzioni, l’elettore si ritrova dei candidati che non può scegliere. Importare in Sicilia un meccanismo simile è contro il criterio di libera scelta”. 

Il dem Giuseppe Lupo non solo boccia la proposta del Carroccio ma rilancia: “Io credo che bisogna lasciare ai cittadini la possibilità di scegliere i candidati. L’abolizione della preferenza non migliora la democrazia, piuttosto penserei ad introdurre la preferenza di genere uomo-donna come accade nel resto d’Italia e nei consigli comunali”. Netta contrarietà dal M5S. “Arriva la Lega, tornano gli squallidi  giochetti di partito: le elezioni senza preferenze sono un abominio e uno schiaffo in faccia ai cittadini. Faremo di tutto perchè ciò non accada in Sicilia”, affermano i deputati del MoVimento 5 Stelle all’Ars. Infine l’unico endorsement arriva da un partito distante dalle posizioni leghiste: Italia Viva. Per il deputato Francesco Scoma “difficilmente sarà possibile far cambiare la legge elettorale in Sicilia, ma se devo dare un parere, personalmente sono d’accordo ad abolire le preferenze e introdurre il sistema delle liste bloccate. In questo modo – argomenta – non ci sarebbero pericoli di voto di scambio, di corruzione, e si eviterebbe l’accaparramento di voti”.COPYRIGHT LASICILIA.IT © RIPRODUZIONE RISERVATA

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