Catania. Dimissioni. I Dolori del Giovane Fausto, dopo una settimana di silenzio stampa, pulsano tutti dentro quella parola. «Il mio mandato è finito, congresso subito dopo le elezioni», dice il segretario regionale del Pd al culmine della bufera sulle liste per le Politiche. Fausto Raciti ammette di non avere «diritto al broncio», perché «candidato in una posizione eleggibile».
Ma si assume le responsabilità di un partito di fatto in stato di occupazione, «che è cosa ben diversa dall’allargamento». «A livello regionale – dice Raciti – non c’è altro da fare che aprire il congresso del partito subito dopo le elezioni. Il mio mandato è finito». «Le liste? Non ne condivido merito e metodo. Non è un problema di bilanciamenti correntizi, ma di identità, la nostra identità, che si offre agli elettori».
Faraone smentisce che il segretario abbia mai promesso la candidatura a Crocetta in cambio del passo indietro alle Regionali: «Crocetta non mente. Dico solo una cosa: le scelte, anche le più difficili, vanno spiegate. Se la scelta è quella di riproporre la squadra e lo schema delle Regionali, allora accanto a Faraone, Cardinale e Orlando ci volevano anche Micari e Crocetta».
Twitter: @MarioBarresi
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