«Processo a un italiano», Matteo Salvini aggiorna il suo libro dopo la richiesta di condanna per il caso Open Arms

Di Redazione / 15 Settembre 2024

«Processo a un italiano». Si intitola così l’aggiornamento di due capitoli che Matteo Salvini ha aggiunto al suo libro “Controvento” (pubblicato per Piemme da Mondadori Libri ad aprile), dopo la richiesta di condanna nei suoi confronti per il caso Open Arms.

«Le pagine a seguire, per gentile concessione dell’editore, sono un aggiornamento di due capitoli del libro di Matteo Salvini “Controvento” pubblicato per Piemme da Mondadori Libri SpA nel 2024», viene spiegato. «La sinistra e i pm di Palermo vogliono Matteo Salvini in galera. La sua colpa? Aver fermato gli sbarchi, riducendo le tragedie del mare. Il Vicepremier e Ministro racconta l’incredibile vicenda Open Arms: una vicenda senza precedenti in tutto l’Occidente», si legge nell’introduzione alle 13 pagine messe a disposizione dal leader della Lega.

«Vi racconto questa storia incredibile» scrive il vicepremier e leader della Lega in un passaggio delle 13 pagine in cui, spiega una nota, «racconta cosa successe nell’estate 2019 e ribadisce le tante opacità nella condotta delle ong». «Il processo – afferma Salvini -, è bene ricordarlo, è iniziato per il voto del Parlamento. Dopo la crisi di governo che aveva provocato la rottura della Lega con il Movimento 5 Stelle, proprio M5S si era unito alla sinistra (Renzi compreso) per darmi in pasto alla magistratura. Un ministro alla sbarra, non per aver rubato, ma per aver rispettato il programma elettorale col quale avevamo vinto le elezioni del 2018».

Tredici casi

Ci sono tredici casi, secondo Matteo Salvini, simili a quello di Open Arms per cui i pm Palermo hanno chiesto la sua condanna a 6 anni, «che non risulta abbiano fatto scattare qualche procura». Li elenca lo stesso vicepremier e leader della Lega, in «Processo a un italiano».

Salvini ricorda l’interrogatorio «nell’aula bunker dell’Ucciardone di Palermo, quando il mio avvocato Giulia Bongiorno ha formulato domande a Marc Reig Creus, comandante della Open Arms che all’epoca dello scontro con il governo italiano era indagato per favoreggiamento dell’immigrazione clandestina (poi ne uscì pulito)». E nota come «nelle stesse ore in cui il comandante rilasciava imbarazzanti dichiarazioni nell’aula siciliana, Medici Senza Frontiere denunciava: “In 113 ancora su Geo Barents dopo 12 giorni”. Dodici giorni. Più di quelli contestati a me. Non risulta che il ministro dell’Interno dell’epoca, Luciana Lamorgese, sia stata denunciata».

«Voglio essere specifico – continua -, elencando episodi che non risulta abbiano fatto scattare qualche procura». E indica tredici casi, dal 2019 al 2022, che riguardano le navi di varie ong, Ocean Viking, Sea Watch 4, Geo Barents, Open Arms 1, Humanity 1, con il numero di giorni trascorsi dalla prima richiesta di Pos (porto sicuro) allo sbarco dei migranti. Si va da 4 a 16 giorni, e per ciascuno di questi casi, spiega, «non mi risulta siano stati aperti procedimenti penali per reati ministeriali».

«A Palermo giudici più equilibrati»

«Sono certo che a Palermo i giudici saranno certamente più equilibrati della collega Apostolico. D’altronde, per un caso analogo a quello Open Arms, sono già stato assolto a Catania. ‘Non luogo a procederè per aver rallentato lo sbarco di alcuni immigrati dalla nave Gregoretti. Per il gup ‘il fatto non sussistè. Perfino i pm avevano chiesto il non luogo a procedere. Era il maggio 2021. Io amo ricordare l’articolo 52 della Costituzione. “La difesa della Patria è sacro dovere del cittadino”. L’ho fatto e lo rifarei». Il vicepremier e leader della Lega Matteo Salvini conclude così i nuovi capitoli di «Controvento».

Salvini ricorda che il 25 agosto del 2018 al molo di Catania, mentre «al largo delle coste siciliane galleggiava la nave Diciotti che a bordo aveva alcuni immigrati», «i centri sociali si erano mobilitati per insultare la polizia. Tra loro, nelle prime file, c’era il giudice Iolanda Apostolico, diventata famosa alla fine del 2023 per aver bocciato il decreto Cutro con l’effetto di rimettere in circolazione alcuni immigrati clandestini, clandestini che il governo Meloni aveva deciso di trattenere nei centri per le espulsioni».

«Ditemi voi – prosegue il vicepremier -: un giudice apertamente ostile alla linea sull’immigrazione del centrodestra, può giudicare serenamente un provvedimento del centrodestra sull’immigrazione?».

Pubblicato da:
Alfredo Zermo