Nelle stesse ore in cui Matteo Salvini sarà nell’aula del tribunale di Catania per l’udienza preliminare sul cosiddetto caso Gregoretti, il centrodestra unito si ritrova in piazza nella città siciliana, per manifestare solidarietà al leader della Lega che, come dice Giorgia Meloni, «ha fatto quello che la maggior parte degli italiani chiedeva: difendere i confini nazionali».
Il tam tam mediatico sull’appuntamento di Catania è iniziato ormai da diversi giorni sui canali sociali dei leghisti tanto che la manifestazione in programma sabato mattina dal titolo «Catania, capitale europea della libertà» arriva a conclusione di tre giorni di dibattiti e confronti organizzati dal partito: «Gli italiani scelgono la libertà» è il titolo della tre giorni di eventi che si aprirà giovedì primo ottobre per concludersi proprio sabato con una maratona oratoria che vedrà alternarsi sul palco esponenti politici nazionali e siciliani e che si chiuderà con l’intervento del leader della Lega.
E nonostante i mugugni dopo il voto delle regionali, a Catania il centrodestra ritroverà la sua unità. Silvio Berlusconi ha chiamato gli azzurri dicendo loro di andare sabato in piazza con la Lega così come sarà presente la leader di Fdi insieme ad una delegazione del suo partito.
Nel frattempo l’ex ministro dell’Interno ostenta tranquillità: «Contrapporremo ad un processo che qualcuno ha voluto istituire le idee per il futuro dell’Italia», spiega. Non solo, Salvini si dice pronto in caso il suo partito tornasse al governo a rifare tutto quanto: «Ho riletto tutto quello che abbiamo fatto. Io non è che lo rifarei, lo rifarò. Secondo me – aggiunge – non è stato commesso nessun reato, quindi non dovrei essere processato né io né nessun altro».
Parole che sembrano far riferimento al fatto che Salvini non ha intenzione di chiamare il premier a processo: «Io non dico che deve essere processato pure Conte, perché non c’è il reato», spiega in un’intervista al Tempo.
Per il momento l’attenzione del segretario leghista sembra su altro. In primo luogo il futuro della legislatura con l’ennesima richiesta di elezioni che sono una «una questione morale» perché il Parlamento «di oggi non rispecchia il voto di marzo 2018. L’Italia si può permettere un governo fermo su tutto? Secondo me fa bene all’Italia avere un Parlamento nuovo e un governo più concreto e meno litigioso».