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Primarie per Centrosinistra, si aspetta il “bollo” di Conte e Letta

In settimana il vertice fra i due leader per il via libera a una formula senza precedenti. Il Pd certo della disponibilità di Chinnici, il 4 giugno prevista l’investitura. Fava in campo «con entusiasmo»

Di Mario Barresi |

Saranno Enrico Letta e Giuseppe Conte, in un «incontro chiarificatore» previsto in settimana, a mettere il “bollo” su un evento di cui finalmente anche a Roma cominciano a percepire la portata. Nonostante qualche perplessità, soprattutto in parte del fronte grillino, le primarie siciliane sono ormai in calendario. In una data compresa «fra il 16 e il 24 luglio». E sarà la prima volta, a livello nazionale, in cui Pd e M5S sceglieranno – con regole condivise, dopo una trattativa complicata – un candidato governatore. Proprio per questo, in un vertice che servirà comunque ad attutire altre tensioni, i due leader dovrebbero lanciare l’evento come totem di un «fronte progressista» negli ultimi tempi scosso da venti di burrasca. Certo, Conte – secondo alcuni fonti grilline – proverà a far pesare a Letta «i tanti passi indietro fatti nelle scelte dei candidati sindaci» in tutt’Italia, «a partire da Palermo e Messina». E ricorderà all’alleato la proiezione di un M5S che «tutti i sondaggi danno come prima forza in Sicilia». Ma basteranno questi argomenti per imporre un candidato grillino per Palazzo d’Orléans, fermando la macchina delle primarie? 

In attesa del faccia a faccia romano, in Sicilia ci si prepara alla prima scadenza: entro il 10 giugno si devono presentare i candidati. Un’accelerazione sui cui avrebbero molto insistito i grillini, nel vertice di sabato a Misterbianco. «Forse per chiudere tutto prima che arrivino i risultati nei comuni…», sibilano gli alleati più maliziosi. Il Pd ha le idee chiare. Anthony Barbagallo, dopo aver gestito con pazienza olimpica e stomaco di ferro la trattativa col M5S, ha convocato la direzione regionale del partito per sabato 28. All’ordine del giorno le regole delle primarie, col nodo dei gazebo. Il M5S non li vuole, ma alle primarie sono obbligatorie nello statuto del Pd. «Troveremo una soluzione, volere è potere», rassicura il segretario dem. Che proporrà un compromesso: ridurre i banchetti al “minimo sindacale”, giusto per permettere agli elettori più anziani e meno tecnologici di partecipare, accettando la sfida grillina sul terreno online. Ma la scelta-clou è quella affidata alla direzione dem del successivo fine settimana, forse il 4 giugno: l’incoronazione di Caterina Chinnici. L’eurodeputata ha confermato nelle ultime ore la disponibilità alle primarie, anche nella versione “Squid” del M5S. «È il nostro nome migliore, c’è molta fiducia», trapela da fonti dem che escludono altre candidature.

Più complicato il quadro nel M5S. Giancarlo Cancelleri prende tempo: «Io candidato? Non lo so, penso sia Conte a dover decidere prima se fare le primarie e poi chi candidare». Il sottosegretario è il meno entusiasta degli ultimi risvolti. E spera ancora nella moral suasion dell’ex premier su Letta. Anche se pure alcuni dei cancelleriani sostengono che «la migliore legittimazione per Giancarlo, dopo due elezioni perse, sarebbe vincere le primarie». Per poter partecipare, però, avrebbe bisogno della deroga sul limite dei due mandati. Ma nel regolamento proposto dal M5S c’è un’exit strategy: ci si può candidare raccogliendo le firme (2mila il numero ipotizzato), ma impegnandosi a presentare delle proprie liste all’Ars, anche in caso di sconfitta alle primarie. Per Cancelleri potrebbe anche essere l’occasione per sperimentare l’idea di “lista Conte” che gli frulla in testa da tempo. Nuccio Di Paola conferma la «disponibilità a restare in campo, sempre all’insegna del gioco di squadra, la stessa che ha supportato il percorso positivo di questi anni». Il capogruppo all’Ars, coordinatore regionale in pectore, aspetta l’evoluzione della partita di Cancelleri, a cui è molto legato, per decidere se andare fino in fondo. Ma il  M5S ha già un primo candidato ufficiale alle primarie: il deputato regionale Luigi Sunseri. «Io ci sono, con cuore, anima e corpo. E tanta grinta», scrive sui social dopo un vorticoso giro di telefonate mattutino con «ottimi riscontri da tutta la Sicilia». Dino Giarrusso, durissimo sulle scelte del movimento a livello nazionale (al Corriere ha parlato di «cerchio tragico» attorno a Conte) e regionale, sfoglia la margherita. Si candida? «Ne parlerò come sempre con le migliaia di persone che mi hanno dato fiducia». Anche se, aggiunge l’eurodeputato, «la formula arzigogolata, che pare fatta apposta per far non fare primarie interne al M5S e per far candidare chi non si può candidare da statuto, mi pare un pessimo inizio».

Molto più in scioltezza la campagna elettorale di Claudio Fava, già iniziata da tempo. Mentre il Pd consuma i riti statutari e il M5S aspetta Conte-Godot, il presidente dell’Antimafia si porta avanti col lavoro. Già una sessantina i comitati per le primarie, nuova comunicazione social, calendario fitto di appuntamenti sui territori. Dove arriva anche sostegno di esponenti locali vicini a Pd e M5S. «C’è grande entusiasmo, un clima di festa», certificano dallo staff. Twitter: @MarioBarresiCOPYRIGHT LASICILIA.IT © RIPRODUZIONE RISERVATA