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Primarie, fronte progressista al voto per Chinnici, Floridia e Fava…con la “fatwa” di Conte

Chi vince sarà il candidato governatore del cosiddetto campo largo. Che è un campo minato. Il M5S mette in discussione l’alleanza. Il Pd tace e punta alla vittoria. Il rischio “forestieri”

Di Mario Barresi |

Non è più la «festa di democrazia e di partecipazione» che doveva (e poteva) essere. Ma si va ben oltre la graziosa maledizione del Barone Rosso, Mirello Crisafulli, che ha parlato di «un pranzo di famiglia». Quello in programma oggi rischia ormai di diventare un funerale col defunto ancora vivo. Le primarie del cosiddetto campo largo, più che mai minato dalla rottura nazionale fra Pd e M5S, si faranno comunque. «Saranno i siciliani a decidere, noi siamo un partito federale. sono molto rispettoso», la tiepida conferma di Enrico Letta. Mentre per Giuseppe Conte sembra quasi la vigilia di una visita dal dentista: «Ormai la macchina è partita e il Movimento vi prenderà parte».

Ma il risultato della sfida fra Caterina Chinnici, Claudio Fava e Barbara Floridia è già quasi passato in secondo piano. La domanda non è più «chi vincerà?», ma «cosa succederà a chi vince?». Sottintendendo tutti i dubbi sul futuro del rapporto fra dem e grillini, oggi in frantumi. Ed è lo stesso Conte a non farne mistero, lanciando una specie di “fatwa”: «Non accettiamo la politica dei due forni. Quel che vale a Roma vale a Palermo». Il che sembra una risposta all’altrettanto dura presa di posizione del segretario dem: «Io penso che con i tre partiti che hanno fatto cadere Draghi è impossibile immaginare una alleanza nella prossima tornata elettorale. Questa è la mia proposta, ne discuteremo insieme».

Su queste basi, oggi, circa 43mila siciliani sono chiamati (se faranno seguire all’iscrizione sulla piattaforma il loro voto effettivo, online o nei 32 gazebo) a scegliere il leader di un campo progressista, che nell’Isola c’è nei fatti oltre che nelle parole. Ma che sembra già un oggetto di antiquariato politico. I leader siciliani, per adesso, si limitano a gioire per la quota di iscritti. Meno della metà dei 100mila all’inizio sin troppo ottimisticamente indicati come “quorum politico”, ma comunque un buon risultato con l’aria che tira. «Non era facile tra il clima, la crisi a Roma e il metodo rigorosissimo di iscrizione. Arriviamo alla stessa quota di Gualtieri a Roma», rivendica il segretario regionale del Pd, Anthony Barbagallo, che considera arrivato oggi «il giorno della liberazione della Sicilia da Musumeci. con grande coraggio di qualcuno». Anche il referente regionale del M5S, Nuccio Di Paola, considera le “presidenziali”  «un esperimento certamente positivo dal punto di vista della risposta dei cittadini, un ottimo risultato», ostentando il 94% di votanti online come «motivo di grande soddisfazione». Ma, in linea con Conte, mette in guardia: «Ci deve essere stessa visione sia a Roma che a Palermo. I due piani, quello regionale e quello nazionale, non possono essere scomposti. È ovvio che poi i cittadini non capiscono. Il Pd nazionale, i cui toni non mi sono per nulla piaciuti, deve fare chiarezza». I dem tacciono. La linea concordata dalla segreteria regionale col Nazareno sarebbe quella di aspettare il risultato di oggi, con un crescente ottimismo sulla vittoria di Chinnici, e poi ridiscutere – con un ben più forte potere contrattuale sui compagni di viaggio – anche di perimetro delle alleanze. Le speranze dell’eurodeputata sono alimentate anche dal boom di iscritti (16mila in 72 ore) degli ultimi giorni. Segno che la macchina del Pd s’è messa in moto, seppur molto in ritardo. Non è dato sapere se con gli “aiutini”  dei «forestieri venuti in soccorso dal centrodestra» di cui ha parlato Fava. L’ex presidente dell’Antimafia regionale se la gioca: fino all’ultimo anche gli alleati-rivali lo danno ancora in partita, temendo la sua capacità di pescare voti trasversali, oltre che fra i delusi di Pd e M5S. Floridia punta sul terreno del voto online, in cui gli elettori grillini si muovono con grande naturalezza. Quanti dei circa 13mila iscritti al movimento la sosterranno? Un dato significativo è il numero di votanti che nel 2017 si registrarono alle Regionarie su Rousseau per la scelta di Giancancarlo Cancelleri: poco più di 4.300, di cui 2.224 per il candidato governatore poi scelto. Per il resto è un doppio salto carpiato nel buio. Sul nome di chi vincerà. Ma soprattutto sul suo destino politico. Di cui, più che i 43mila siciliani oggi potenzialmente al voto, saranno artefici i nuovi equilibri romani.

AGGIORNAMENTO: Alle ore 12, per le primarie del campo progressista per la scelta del candidato alla presidenza della Regione siciliana hanno votato 13.793 persone (34%). Gli iscritti in totale sono 43020. 

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