PALERMO – «La decisione di Ardizzone è un problema suo e non mio, suo e della sua coscienza. Io non voglio fare nessuna polemica, però penso che la politica debba prendersi le sue responsabilità. Victor Hugo ha scritto che detenuti si rimane tutta la vita. Io non mi vergogno di esserlo stato e Ardizzone mi ha ricordato quanta verità ci sia nella amara affermazione dello scrittore». Così l’ex presidente della Regione, Totò Cuffaro, replica al presidente dell’Ars Giovanni Ardizzone che si è assunto la responsabilità della revoca della concessione per l’utilizzo della sala Mattarella di palazzo dei Normanni per un incontro sul tema dei diritti dei detenuti.
«Ho affrontato cose molto peggiori di questa – ha proseguito – il mio obiettivo è quello di far conoscere la condizione delle carceri italiane per renderla più umana. I preti, che sono sempre più comprensivi, ci hanno accolto e per me non è cambiato nulla. Sono però preoccupato dal fatto che le istituzioni, che dovrebbero occuparsi della vivibilità degli istituti di pena, si dimostrino così intransigenti in occasioni come questa». «Evidentemente – ha concluso – la soglia della sensibilità di Ardizzone è molto basso ed è stato urtato dalla possibilità che l’incontro si tenesse a palazzo dei Normanni. Se lo ha fatto per paura di essere sommerso dalle critiche, ha sbagliato. La politica deve cercare di fare la cosa che ritiene più giusta, a prescindere delle eventuali polemiche».
E sulla scelta di Ardizzone non sono mancate una serie di reazioni a cominciare daI parlamentare Saverio Romano che al presidente dell’Ars ha scritto una lettera per chiedere se «corrisponda al vero la revoca della concessione di una sala di Palazzo dei Normanni per un convegno ala quale era previsto l’intervento di Salvatore Cuffaro». Sulla vicenda interviene anche Gianfranco Miccichè, commissario regionale di Forza Italia: «Sono certo che la scelta di Ardizzone di negare una sala dell’Ars per un convegno con Cuffaro non sia una scelta politica, che sarebbe eticamente meschina. Immagino che qualcuno, nei suoi uffici, gli abbia suggerito questa follia, per una qualche oscura motivazione, regolamentare o giuridica, che però mi sfugge».
Sulla polemica di queste ore intervengono anche due parlamentari di Forza Italia: l’ex ministro Stefania Prestigiacomo e il senatore Francesco Scoma. «Ardizzone dimentica – afferma Prestigiacomo – che uno dei principi fondanti la nostra democrazia e le civiltà moderne è il diritto di parola, che ha negato, ieri, a Cuffaro e, adesso, a Miccichè, rivangando una polemica sterile di qualche anno fa. Questo è esecrabile, al di là delle idee, delle appartenenze e delle scelte d’opportunità, politica e non».
Per Scoma «Il presidente dell’ars ha perso la sua grande occasione nel tacere. Ha tentato in tutti i modi di cercare di far capire a tutti che c’è un presidente dell’ars che si chiama Ardizzone. Ma nessuno se ne è accorto».