PALERMO – «È fin troppo facile alimentare l’antipolitica. Ho difeso l’autonomia del Parlamento siciliano perché il mio unico faro è la Costituzione, alla quale tutti, politici, giornalisti e show-man dobbiamo sottostare. Altrimenti ci trasformeremmo in semplici leoni da tastiera, la cui unica produzione sarebbe quella di fake laws e fake news». Così il presidente dell’Assemblea regionale siciliana, Giovanni Ardizzone, dopo la decisione della Corte dei conti regionale di sollevare la questione di legittimità davanti alla Consulta sulla base di un ricorso presentato da uno dei 16 mila ex dipendenti della Regione a proposito del prelievo di solidarietà, che va avanti da tre anni, sulla propria pensione.
Nel recepire la legge nazionale, la Sicilia ha destinato il prelievo a disoccupati e disabili e non al sistema pensionistico come recita la norma approvata a Roma.
«L’ordinanza del giudice Giuseppe Colavecchio – conclude Ardizzone – spero possa essere di monito a cominciare da domani quando ritorneremo in Aula per procedere all’approvazione del bilancio e della legge di stabilità. Non mi aspetto le scuse di coloro che mi hanno additato come lo strenuo difensore della casta, soprattutto per non aver voluto estendere quella norma al personale dell’Assemblea regionale». Il prelievo è praticato soltanto sugli ex dipendenti dell’amministrazione regionale.