Il caso
Ponte sullo Stretto, “salta” il tetto di 240 mila euro l’anno per il Cda
Opposizione all'attacco: «Salvini insegue solo le prebende per i suoi amici»
Nel decreto Omnibus salta la norma del tetto di 240 mila euro l’anno per i componenti del Cda del Ponte sullo Stretto. «La norma – ha accusato Angelo Bonelli co-portavoce di Europa Verde e deputato di Avs – prevista nel decreto Omnibus che fa saltare il tetto di retribuzione dei componenti del consiglio di amministrazione del Ponte sullo Stretto è un insulto agli italiani e di questo il governo e Giorgia Meloni in persona se ne devono vergognare».
«Non più tardi di un mese e mezzo fa, su mia specifica richiesta – ha aggiunto – il presidente della società Ponte sullo Stretto di Messina, Pietro Ciucci – al quale avevo chiesto a quanto corrispondesse l’indennità sua e dei consiglieri di amministrazione – mi rispondeva che il totale degli emolumenti per tutti i 5 consiglieri di amministrazione era pari a 125.000 euro, quindi 25.000 euro a persona: mi ero commosso per tanta sobrietà. Questa lobby, capeggiata dal ministro Salvini, che ha voluto trasformare il Ponte sullo Stretto di Messina in una mangiatoia di Stato, sta tentando attraverso il governo di introdurre una norma che fa saltare i tetti della retribuzione dei membri del cda. Non avevamo dubbi – spiega Bonelli – considerato che queste persone sono abituate ad avere compensi milionari. Sta di fatto che questa norma è un insulto agli italiani e avviene proprio dopo che, con una delega fiscale, si fa un enorme regalo ai grandi evasori garantendo loro l’immunità penale, dopo che è stato eliminato il reddito di cittadinanza e dopo l’elemosina di Stato da 1,20 euro al giorno per le famiglie con 15.000 euro di Isee e con tre figli a carico. Giorgia Meloni ci risponda: ma non vi vergognate a sperperare questo denaro pubblico per garantire privilegi e voler realizzare un’opera che sottrarrà risorse importanti per lo sviluppo del Sud a partire dal trasporto pubblico, dai depuratori, le scuole, la sanità e la messa in sicurezza del territorio?».
«La deroga al tetto dei 240mila euro allo stipendio dei manager per la società che dovrà realizzare il Ponte sullo Stretto, contenuta nel decreto Asset, conferma che per Salvini la priorità non sono le infrastrutture o lo sviluppo della Sicilia, ma distribuire regalie ai suoi amici. È sempre la solita barzelletta italiana: opere su cui servirebbe una seria riflessione, nelle mani di questa destra si trasformano in una mangiatoia per Patrioti a spese gli italiani» accusa invece Riccardo Magi segretario di +Europa.
E dal M5S c’è un durissimo attacco a premier Meloni e al ministro Salvini: «La volontà di Meloni e Salvini di concedere una deroga al tetto degli stipendi per i vertici della società Stretto di Messina Spa – ha detto Agostino Santillo, vicecapogruppo M5s alla Camera e coordinatore del comitato Infrastrutture del Movimento – è scandalosa. Lo scenario è il seguente: reddito di cittadinanza no, aiuti alle famiglie contro il caro-vita no, sostegni contro il caro-mutui nemmeno, interventi per attenuare il costo della benzina neanche a parlarne. Questa destra gli unici favori li fa ai soliti noti e a chi ha già. Oltretutto questa scelta conferma che a Salvini delle infrastrutture del Sud non importa nulla. Nemmeno dell’inutile e farsesco ponte sullo Stretto. Al ministro interessa solo l’affare ponte, con tutte le sue spartizioni e prebende varie. Uno scempio, messo in piedi sulla pelle dei cittadini e con i loro soldi».COPYRIGHT LASICILIA.IT © RIPRODUZIONE RISERVATA