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Politiche, Sammartino: «Le liste una scelta di Renzi. Chi non ci sta, esca»
«Sono un uomo della squadra, la squadra del Pd. Renzi mi ha chiesto di candidarmi all’uninominale in quello che è considerato uno dei collegi più difficili d’Italia. E io, con disciplina di partito, ho accettato. Ho voluto dare il buon esempio: l’unico consigliere regionale candidato. La stessa proposta è stata fatta ad altri, che hanno rifiutato».
Magari hanno rifiutato perché nei posti blindati del proporzionale la vostra area ha fatto man bassa…
«Il segretario regionale è stato convocato un mese fa al Nazareno e ha avuto il mandato di fare le liste, che sono state votate in direzione nazionale. Le regole del Pd sono queste».
Ma il segretario Raciti s’è dimesso. In dissenso «col merito e col metodo della scelta dei candidati».
«Il mandato di Raciti era scaduto e s’era già deciso di fare il congresso dopo il voto per permettergli di lavorare alle liste. Non so cosa si siano detti lui e Renzi sulle liste. Io sono contento che il segretario Raciti sia stato premiato, dopo quattro anni di sacrifici, con un posto in prima fila al proporzionale».
I “partigiani” dopo il 4 marzo vogliono liberare il Pd siciliano.
«Non li capisco. Renzi è il segretario del partito, votato anche da loro. Le liste sono espressione della linea di Renzi. Non si può essere leali e disciplinati a convenienza…».
Ma il malcontento, nel partito, è piuttosto diffuso.
«Io ai partigiani e a chi dice che questo Pd non rappresenta la sua casa e la sua storia vorrei lanciare un messaggio distensivo: l’unico grande candidato è il Pd, lottate per un Pd che si rinnova, primo partito interclassista dal forte radicamento sul territorio».
Ma loro, e non solo, non si ritrovano più in questo partito «padronale».
«Renzi ha fatto le liste, proprio come Bersani faceva le sue. Se c’è qualcuno che si sente in rotta di collisione, se ne vada pure. Ma non si può tenere la tromba e non suonarla…».
Nel Pd siciliano c’è un nuovo trombettiere: il sindaco Orlando.
«Sono lieto dell’ingresso nel partito di una personalità forte e autorevole e mi auguro che i risultati di Palermo testimonino il suo peso. Certo, se fossi stato in lui avrei scelto una tempistica diversa per l’adesione al partito».
E fra gli azionisti di maggioranza del Pd c’è Cardinale, che ha vinto la sua battaglia piazzando la figlia.
«Daniela è deputata del Pd da dieci anni: posso capire le proteste, ma non ne condivido i modi. Un altro discorso sono gli amici di Sicilia Futura, che hanno già fatto un percorso assieme al Pd, completato adesso dalla candidatura di D’Agostino all’uninominale senza chiedere garanzie. Un passaggio importante, gli dobbiamo essere grati».
Cosa vuole fare da grande? La descrivono come ambizioso e rampante. È stato il regista del “Nazarenino” all’Ars con Forza Italia, sarà il prossimo segretario del Pd siciliano?
«Io mi spenderò in questa campagna elettorale per il Pd. Sono presidente della commissione Lavoro e mi impegnerò per i giovani, i precari e gli sportellisti spesso strumentalizzati. All’Ars nessun inciucio: io in commissione sono stato votato da tutti, anche da due grillini. Il Pd è all’opposizione di Musumeci, pronto a confrontarsi, come la linea del capogruppo Lupo sta egregiamente dimostrando, sui temi-chiave anche facendo proposte a una maggioranza che ha dimostrato sin dall’inizio di non avere i numeri».
E a Catania? Sosterrà il sindaco Bianco ricandidato?
«Godiamoci la festa di Sant’Agata. E poi impegniamoci tutti per far vincere le elezioni al Pd. Dopo il 4 marzo penseremo pure al comune di Catania…».
Twitter: @MarioBarresi
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