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Politica e massoneria, all’Ars il ddl che obbliga di dichiarare l’affiliazione ed è polemica

Di Redazione |

Sono approdati all’Ars quattro disegni di legge tra cui quello, che sta facendo più discutere, relativo alla dichiarazione di affiliazione alla massoneria. La prossima seduta si terrà martedì 2 ottobre alle 16.

Una norma che sta accendendo il dibattito e le polemiche. «Trovo che il ddl che obbliga i parlamentari a dichiarare l’eventuale appartenenza a logge massoniche, piuttosto che affermare i principi di trasparenza, possa invece alimentare la cultura del sospetto nei confronti proprio della massoneria che, lungi dall’essere una società segreta, esprime al contrario l’impegno etico degli iscritti a essere costruttori di una società migliore. Voterò contro questo ddl perché la massoneria è un’organizzazione assolutamente legale e i registri degli appartenenti sono conosciuti alle Prefetture» ha detto per esempio Eleonora Lo Curto, capogruppo dell’Udc, per la quale «l’obbligo di riservatezza e obbedienza richiesto agli iscritti non può mai violare le leggi e la Costituzione. Per questa ragione le argomentazioni rese dall’onorevole Fava non trovano alcun fondamento».

«Brandire l’arma della trasparenza per far votare una legge assurda merita un’opposizione netta – spiega la parlamentare -. Sui diritti di ciascun cittadino di potersi associare a qualsiasi organizzazione legittima non si possono accettare compressioni. All’onorevole Fava voglio ricordare che gli ideali, i valori di libertà, i principi morali della massoneria sono e restano gli stessi che hanno ispirato l’azione politica dei padri della storia del nostro risorgimento colonna portante dello stato repubblicano”.

Per l’altro deputato regionale dell’Udc Vincenzo Figuccia «il ddl proposto da Fava appare persino bizzarro quando stabilisce che debba essere la Presidenza dell’Ars a sanzionare i deputati che non dichiarassero l’appartenenza alla massoneria».

Anche Diventerà Bellissima si è detta contraria: «Abbiamo appena consegnato alla segreteria generale dell’Ars una dichiarazione scritta in cui certifichiamo di non appartenere ad alcuna loggia massonica» ha detto il capogruppo all’Ars, Alessandro Aricò, che è intervenuto in aula durante la discussione del disegno di legge. «Noi – ha aggiunto – siamo per l’assoluta trasparenza e per questo abbiamo fornito sin da ora questa dichiarazione. Tuttavia, riteniamo che l’obbligo debba essere introdotto anche per i vertici della burocrazia di Regione, Società partecipate, Ars e Comuni oltre che al momento delle candidature, altrimenti rischia di essere un semplice provvedimento demagogico. Ci sorprende, pertanto, che il collega Claudio Fava ritenga possa essere da fumetto ampliare la portata di questo ddl includendovi anche le più alte cariche della burocrazia regionale. Inoltre a nostro parere la dichiarazione dovrebbe essere relativa agli ultimi cinque anni».COPYRIGHT LASICILIA.IT © RIPRODUZIONE RISERVATA

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