Politica
Piccoli capitani da “Papeete” crescono: Cantarella alla consolle come Salvini
L’ estate sta finendo (anzi: è finita) e un anno se ne va. L’anno, tormentoso e tormentato, del governo gialloverde che non c’è più. Dopo quella che passerà alla storia come l’estate del Papeete Beach, da dove Matteo Salvini ha chiesto «più poteri». Ottenendo di perdere tutti quelli (tanti) che aveva da vicepremier, ministro e leader politico al governo.
E così – da Milano Marittima al lungomare di Catania – è un rito quasi catartico, quello consumato in queste ore da Fabio Cantarella. L’assessore comunale ai Rifiuti – leghista rampantissimo, in cima alla play list siciliana di Salvini – ha voluto esorcizzare, con una buona dose di autoironia, i disastrosi effetti provocati dal Capitano, mettendosi alla consolle di un party in riva al mare.
Ma qui sembra tutto diverso. Niente veline verdi in bikini, niente fighetti, niente influencer che instragrammano il capo in versione dj set. Ma una serata casereccia – ci sarebbero state bene le polpette di cavallo e la birra Messina ai sali marini – per festeggiare la fine dell’estate nel solarium comunale sotto al Nautico, finalmente goduto dai catanesi per tutta la stagione. Molto meno cool, questo bagno di folla. Popolare, prima che populista. Per scacciare i brutti pensieri, rimandare le ambizioni (per Cantarella era pronto un seggio al sole se ci fossero state le elezioni anticipate invocate da Salvini) e pensare a un autunno caldo di lotta (a Roma, all’opposizione) e di governo (a Catania, al fianco di Pogliese). Non c’era, per la cronaca, Angelo Attaguile a ballare sul cubo.
Nessuna trasgressione? Una sì. «Non sono uno che beve di solito… un bicchiere di vino ogni tanto, ma quella sera – ammette Cantarella – mi sono concesso due moijito». L’arma del delitto, o meglio del suicidio politico di Salvini. «Resta il mio cocktail preferito». Impenitente. Oltre cge pericolosamente recidivo. Ma almeno una differenza col grande capo in versione deejay sulla riviera romagnola c’è: «Lui ha cominciato mixando “Settimana bianca”, io ho scelto l’hit di questa estate: “Ostia lido”». E allora se aveva ragione Nanni Moretti (che qui non c’entra una benemerita mèntula) le parole sono importanti. Perché si passa dall’auto-cucchiamento salviniano col motivetto Ostriche e champagne, viene giù una valanga all’inno più nazional-catanese-popolare di Cantarella.
Che fa, più o meno, così: Mare blu profondo, sulla pelle il vento. Intorno solo gente che balla. Che balla, che balla.
Chissà perché c’è venuta questa gran voglia di caldarroste.
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