PALERMO – «L’assemblea di sabato ha riaperto la discussione sul riconoscimento e sulla funzione del Pd; il modo in cui partecipiamo alle amministrative è legittimato dalla direzione provinciale. Parte della nostra funzione attiene alla capacità di tenere insieme le forze impegnate a governare alla Regione e su questo si deve sviluppare il ragionamento, se il partito vuole prendere se stesso e il sindaco di Palermo sul serio. Il fulcro del nostro lavoro è stato l’alleanza tra democratici e moderati e non possiamo riconsegnarla al passato». Così il segretario regionale del Pd Fausto Raciti, a chiusura della direzione provinciale del partito sulle amministrative di primavera a Palermo, alla quale ha preso parte anche il governatore della Sicilia Rosario Crocetta, arrivato poco prima che l’assise si chiudesse.
«RiaparteSicilia vuole essere un laboratorio utile al Pd», ha detto il governatore a chiusura della direzione provinciale dei dem parlando del suo movimento #RiparteSicilia, che ha lanciato venerdì scorso. «Se il Pd mi chiede di fare a Palermo una lista a sostegno di Leoluca Orlando, la farò. Farò quello che mi chiede il partito – ha aggiunto – Non può essere che Davide Faraone crea un movimento ogni settimana, perché altrimenti è come invitare il tacchino alla cena di Natale; quest’anno si mangerà la faraona».
Durante la direzione, il segretario Raciti ha spiegato che «quello che minaccia di succedere a livello nazionale, non è slegato da quello che stiamo affrontando a Palermo. Il tema della soggettività del Pd c’è e come affronteremo questa tornata elettorale sarà decisivo per offrire una possibilità al Partito democratico. Non vorrei che un partito che si scompone risolvesse il problema della scissione…».
Alla richiesta avanzata nel corso della riunione di prender parte all’incontro di giovedì tra la commissione incaricata di trattare con Leoluca Orlando, Raciti ha risposto di credere che non sia utile la sua partecipazione. E ha aggiunto: «Spero che questa discussione con Orlando possa andare in porto con la consapevolezza però che nessuna strada è obbligata, altrimenti finiamo per attorcigliarci in un gioco dell’oca infinito che ci riporta al punto di partenza».