L'INTERVISTA
Pd, Barbagallo guarda anche a Cateno De Luca: “o famo strano?”
Il segretario Dem in SIcilia: «Se è alternativo a Musumeci, Salvini e Meloni, valuteremo eventuali alleanze anche con lui»
Anthony Barbagallo, di cosa ha parlato con il suo ospite “Scateno” De Luca a Pedara?
«Il sindaco De Luca, accompagnato dal collega Danilo Lo Giudice, mi ha invitato all’assemblea del suo movimento, Sicilia Vera, ai primi di ottobre. E io gli ho risposto che ci sarò».
Ma non poteva mandarle l’invito via Whatsapp? Suvvia, avrete parlato di corsa per le Regionali…
«Certo, abbiamo parlato dello scenario politico siciliano e della sua discesa in campo. E io a Cateno ho fatto una precisa domanda».
Quale?
«Sei davvero alternativo a Musumeci, Salvini e Meloni?».
E lui che le ha risposto?
«Mi ha detto di sì. Su queste basi, che andranno ovviamente verificate e approfondite con gli altri alleati, la scelta di De Luca può rappresentare un’autentica novità nella politica siciliana. Ovviamente al momento il Pd a Messina è e resta all’opposizione, ma se De Luca fa una scelta di campo così chiara valuteremo i ragionamenti da fare».
Se l’avesse saputo prima magari poteva invitarlo alla Festa regionale dell’Unità. A proposito: soddisfatto della due giorni di Marina di Ragusa?
«Molto soddisfatto. Il Pd siciliano s’è ripreso il suo campo naturale, che è la piazza, in mezzo alla gente, fra le bandiere. A Marina di Ragusa, alla presenza di molti big nazionali del partito, abbiamo parlato delle emergenze dell’Isola, ma soprattutto dei disastri della politica siciliana: dagli incendi ai rifiuti, passando per i Comuni in crisi fino ovviamente al flop della sanità e della gestione Covid del governo regionale. E un focus interessante sulla scuola: la Sicilia, alla vigilia della riapertura, è impreparata. Sarà la nuova bomba a orologeria per Musumeci».
I vertici nazionali del suo partito sono stati durissimi sul governatore.
«Musumeci ha ormai oltrepassato il livello, già grave, dell’inadeguatezza. Ed è passato a quello dell’incapacità a tutti i livelli. Il simbolo di un governo regionale che dice una cosa e ne fa un’altra sono i post no vax dell’assessore Messina. Siamo ai titoli di coda…»,
Eppure, oltre alle bordate su Musumeci, alla Festa dell’Unità s’è visto ben poco di costruttivo sul fronte dell’alternativa. Non c’era nessuno degli alleati, il Pd se l’è cantata e se l’è suonata da sola…
«Non abbiamo bisogno della Festa dell’Unità per parlarci. Il tavolo s’è più volte riunito, il rapporto è continuo. Per il resto il Pd aveva bisogno anche di guardare a se stesso, sulla scia delle agorà indicata da Letta, per tornare a confrontarsi col suo popolo e con tutti quelli interessati a entrare in un perimetro che si allarga. E non sottovaluterei il messaggio finale: abbiamo lanciato un fronte siciliano di liberazione da Musumeci, invitando tutti gli uomini e le donne di buona volontà, anche fuori dai partiti, ad aderirvi».
Ma sul candidato governatore siete ancora in alto mare.
«Il Pd, che si ritiene il baricentro dell’alleanza, sta lavorando non soltanto sul tavolo della coalizione. Per noi le primarie è l’ipotesi naturale, ma se si raggiunge una quadra complessiva su un nome saremo i primi a dire di sì».
C’è un asse di ferro fra lei e il M5S, con Cancelleri soprattutto, anche per boicottare la candidatura di Fava.
«Con il M5S c’è un rapporto consolidato, che metteremo alla prova alle Amministrative, in cui il Pd è il baricentro di alleanze con loro, ma anche con sinistra e moderati. Ma il punto è che non ci sono corsie privilegiate per la candidatura alle Regionali. Si deve trovare un minimo comune denominatore, tutti assieme».
Magari se Conte indicasse il coordinatore regionale del M5S lei saprebbe chi è il suo interlocutore ufficiale.
«Sì, spero che lo faccia presto. Per le Regionali c’è tempo, ma già su Palermo dopo l’estate arriverà il momento di scelte delicate sul dopo Orlando».
Anche i big nazionali del Pd ora invocano il suo cavallo di battaglia: campo largo con i moderati. Ma non è un concetto sin troppo astratto? Cosa farà, un appello ai liberi, forti e moderati? Un test del Dna scudocrociato? Chi sono oggi questi moderati in Sicilia?
«Il moderato non è uno che parla col tono di voce basso o chi ha la tessera dell’azione cattolica. Il moderato, oggi, è chi ha idee e valori incompatibili con Musumeci e con la destra. Per questo ho chiesto a De Luca se è davvero alternativo a questi mondi. E per lo stesso motivo lancio un appello. Anzi: un ultimatum. Chi vuole costruire un’alternativa con noi deve lasciare il governo regionale, compresi i posti di sottogoverno, entro l’estate. Dopo porte chiuse: non ci interesserai più chi si sente buono per tutte le stagioni».
Sembra un ultimatum rivolto anche al suo amico Miccichè. Ma vale pure per i reduci di Italia Viva, formalmente all’opposizione di Musumeci?
«Magari qualcuno avrà la possibilità di dire da che parte sta, perché ultimamente non è che si sia capito. Non vorrei che ci fosse bisogno di frugare nei portafogli o nelle borsette per vedere l’ultima tessera posseduta. Ognuno si assuma la responsabilità di dire se vuole entrare nel fronte di liberazione della Sicilia da Musumeci oppure se vuole avere piccole rendite di posizione anche continuando a restare nelle zone d’ombra».
L’ex ministro Provenzano ha detto chiaramente che non sarà lui il candidato governatore del Pd.
«Le sue parole sono state interpretate così, ma Peppe resta una risorsa. E il Pd ha tante donne e tanti uomini all’altezza. Al momento giusto ne parleremo».
Però s’è sperticato in lodi al segretario regionale Barbagallo. Non è che è stata un’investitura per lei?
«Sono contento dell’apprezzamento di Provenzano e di tanti altri, il che aumenta la responsabilità del lavoro che sto svolgendo. Sulla mia candidatura le chiarisco il concetto. Ero un discreto calciatore, ho giocato fino all’Eccellenza col Trecastagni. E ci ispiravamo al 5-3-2 del Brasile campione del mondo nel 1994. Io, in questo schema, facevo l’esterno destro e macinavo anche dieci chilometri a partita. Ecco, questo continuerò a fare per il centrosinistra e per il bene della Sicilia: su e giù sulla fascia, cercando il cross giusto per il gol del centravanti, il bomber che ci farà vincere la partita».
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