Era prevedibile e alla fine è accaduto: il via alle parlamentarie del M5S, nella tornata elettorale in cui il Movimento parte quasi da favorito, coincide con una scia di rabbia che unisce, da Nord a Sud, gli esclusi dalla rosa. Attivisti storici, parlamentari uscenti, non si sono ritrovati nell’elenco dei votabili laddove – questa è l’accusa di diversi iscritti – figurano candidati che non avrebbero completato l’invio delle certificazioni. E poi, complice la folla di «votanti virtuali», c’è il caos telematico sul sistema Rousseau puntualmente segnalato dagli iscritti sul blog di Beppe Grillo.
Non a caso, lanciando la due giorni di parlamentarie, i vertici mettono in conto una proroga delle votazioni, dalle 10 alle 14 di giovedì. L’obiettivo è diffondere i risultati entro la fine della kermesse di Pescara che, nel weekend, vedrà riuniti per il «training» sul programma candidati vincenti, potenziali e chissà, anche bocciati.
E intanto, prende forma l’ira degli esclusi. «C’è stata una grossa scrematura» e in alcune Regioni si attende ancora l’arrivo dei certificati penali e sulle indagini a carico, spiegano i vertici M5S sottolineando come la selezione sia stata fatta non solo sui curricula ma anche sui contenuti di post e dichiarazioni: «Un No-Vax, ad esempio, noi non lo candidiamo», si spiega.
Eppure, in tanti protestano. «Le parlamentarie sono un caos», sottolinea il pugliese Alberto Siculella. Nel palermitano Daniela Morfino, attivista da 9 anni, sbotta: «Sono stata esclusa dalle liste senza motivo, forse pesto i piedi?». Mentre a Roma un escluso eccellente è l’ex assessore al Bilancio Andrea Mazzillo che si dice «molto dispiaciuto» e in attesa di chiarimenti. Sempre in Puglia il deputato Chiariello (lontano dall’ala «dimaiana”) accusa i vertici di averlo escluso «per una condanna politica e estinta, di cui il gruppo parlamentare era a conoscenza». Mentre su twitter monta, in serata, l’hashtag “#annullatetutto».
«Tutto previsto», è la reazione dello staff M5S consapevole che, rispetto alle parlamentarie del 2013, molto è cambiato nell’universo a 5 Stelle. E, non a caso, Di Maio parla di «100 parlamentari uscenti» riconfermabili e di «un gruppo da ricreare per il quale abbiamo detto alle migliori menti di farsi avanti». Criterio, questo, che sarà usato anche per i collegi uninominali e per la squadra di governo. «Al Tesoro dovrà andare una persona nota agli investitori internazionali», spiega, aprendo a un ministro non pentastellato: «Miriamo a coinvolgere persone che sono del M5S ma non lo sanno».
A Pescara, poi, toccherà tirare le fila su programmi e candidati. Con l’incognita della presenza di Beppe Grillo, che il 22 gennaio dovrebbe ufficializzare la separazione del suo blog dal M55. «Grillo c’è, farà la campagna elettorale», assicura Di Maio.