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Paolo Amenta nuovo presidente dell’Anci Sicilia e i sindaci reclamano un aumento delle indennità
Si è svolta l'assemblea siciliana dell'Associazione dei comuni italiani. Eletto per acclamazione il successore di Leoluca Orlando
Paolo Amenta è stato eletto per acclamazione nuovo presidente dell’Associazione dei comuni siciliani, durante la XII Assemblea dell’Anci Sicilia, che si è svolta a Palermo. Giù vicepresidente uscente e presidente del Consiglio comunale di Canicattini Bagni, Amenta è stato il candidato unitario dell’Assemblea. Succede a Leoluca Orlando, in carica dal 2014.
Nel corso dell’assemblea dei sindaci è tornata a discutere delle indennità: «Facciamo un incredibile fatica a comprendere come mai in Sicilia, a distanza di un anno, le indennità degli amministratori locali siciliani non siano ancora state adeguate a quelle dei Comuni del resto d’Italia. Questo tema in Sicilia non sia divenuto realtà» ha per esempio detto il segretario generale di Anci Sicilia, Mario Alvano, aprendo l’Assemblea dell’associazione.
«In questo anno si sono susseguite in Sicilia polemiche che noi riteniamo insensate e ingiustificate. Non è una rivendicazione di casta o corporazione ma un fatto dovuto per mettere l’Isola al pari del resto d’Italia. Questa vicenda si inserisce in un tema più in generale di mancato allineamento tra norme regionali e nazionali: quello delle indennità è il caso più clamoroso», ha aggiunto Alvano rivolgendosi all’assessore regionale alle Autonomie locali Andrea Messina e ai deputati regionali presenti all’assise degli amministratori.
Il sindaco di Palermo Roberto Lagalla sul tema non ha dubbi: «E' ridicolo questo dibattito sull'indennità degli amministratori, che in Sicilia non vengono ancora adeguate al resto d’Italia. Alcuni sindaci non le stanno aumentando per non gravare sui cittadini. Ma è umiliante, come se fossimo i bambini che stanno rubando la marmellata. Sono tornato a guadagnare quanto percepivo da giovane assistente universitario».
«Chiedere l’adeguamento delle indennità per gli amministratori siciliani a quelle del resto dei Comuni d’Italia è una cosa giusta, purtroppo oggi viene visto come se si volesse rubare qualcosa. Nessuno ruba, in tutta Italia lo fanno e qui in Sicilia invece è come se fosse un privilegio. Non si sta trattando di centinaia di milioni di euro, ma di circa 11 milioni. E’ un discorso di volontà politica» ha invece detto il presidente dell’Assemblea regionale siciliana, Gaetano Galvagno.COPYRIGHT LASICILIA.IT © RIPRODUZIONE RISERVATA