PALERMO – Sulla base degli exit poll e delle proiezioni quando lo spoglio è ancora in corso (dopo 18 ore di estenuante lavoro e ulteriori 12 ore dalla chiusura dei seggi, a Palermo a mezzogiorno erano soltanto 389 le sezioni chiuse su 600) Leoluca Orlando vince a Palermo con un risultato netto e viene riconfermato sindaco. Per lui si tratta del quinto mandato, non consecutivo. Aveva 38 anni quando per la prima volta, era il 1985, fu nominato sindaco; quest’anno, il primo agosto, compirà 70 anni. Il “professore” strapazza gli avversari, conquistando la vittoria al primo turno, staccando di quasi quindici punti Fabrizio Ferrandelli, sostenuto anche da Forza Italia e dai “cuffariani”, e addirittura di quasi trenta punti Ugo Forello, il candidato dei 5stelle. Il dato di Orlando si aggira intorno al 45%, quanto basta per essere eletti senza passare dal ballottaggio come prevede la legge elettorale per gli enti locali in Sicilia, che stabilisce come soglia minima al primo turno il 40%.
E per questo Orlando ha già annunicato una festa con i suoi sostenitori per questa sera alle ore 20 in piazza Bellini, la piazza accanto a Palazzo delle Aquile. «L’avremmo voluta fare in piazza Pretoria – dice – ma ci sono i lavori alla fontana e quindi abbiamo deciso di farla nella piazza accantosperando sia sufficientemente capiente per contenerci, in ogni caso occuperemo Palazzo delle Aquile per mandato ricevuto dagli elettori».
«Abbiamo raggiunto questo risultato grazie all’impegno generoso di tutti – ha detto Oralndo -, per questo ringrazio tutti i candidati, pur non sapendo ancora chi è eletto e chi non lo è, a partire dai singoli associati fino alle forze politiche ai partiti. Ringrazio ancora il consiglio comunale passato e il presidente Salvatore Orlando per come ha risolto tanti problemi della nostra città».
Orlando ha anche lanciato la sfida al M5s per le Regionali. «Io promuoverò con tanti altri una lista dei territori – ha annunciato – che è un modo di dire alle forze politiche di provare a sperimentare a livello regionale quello che abbiamo sperimentato a Palermo. A condizione di avere un progetto chiaro, come è stato quello di Palermo».
Ancora una volta, la strategia dettata da Leoluca Orlando agli alleati è risultata vincente. Attorno a sé non ha voluto simboli di partito, creando una ampia coalizione, con sette liste, aggregando oltre alla sinistra, che lo aveva sostenuto cinque anni fa, anche il Pd, all’opposizione nella consiliatura appena terminata, i centristi di Casini, buona parte di Ap e Sicilia futura dell’ex ministro Totò Cardinale. Era stato il vice segretario del Pd, Lorenzo Guerini, a chiudere l’intesa con Orlando, superando le resistente di alcuni pezzi del partito locale.
Nella cittò sconvolta dalla recenti inchiesta sulla corruzione, andranno al ballottaggio Mimmo Fazio, sostenuto da 5 liste civiche e Piero Savona, candidato del Partito democratico. Il senatore Antonio D’Alì (Forza Italia), distanziato da circa mille voti, quando mancano ancora una decina di sezioni da scrutinare, è soltanto terzo. «Non me l’aspettavo». Questo il primo commento a caldo di Fazio, che si attesta, al momento, intorno al 33% delle preferenze. «Sono felice per la manifestazione di affetto dei trapanesi e ritengo – ha aggiunto Fazio – che se non fossi stato raggiunto dal provvedimento cautelare (Fazio è indagato per corruzione e traffico di influenze nell’ambito dell’inchiesta “Mare Monstrum”) avrei vinto al primo turno». Nella tarda mattinata sia Savona che Fazio terranno una conferenza stampa.
Lo spoglio è assai al rilento a Lampedusa per via di un blackout elettrico che ha creato non pochi problemi ai seggi, ma la vera notizia da Lampedusa è che la sindaca Giusi Nicolini non c’è l’ha fatta e al momento sarebbe terza. Scollamento totale dei cittadini rispetto alla sindaca del Pd che durante il suo mandato aveva addirittura ricevuto anche il plauso della Casa Bianca da Barack Obama. Accoglienza tout court dei migranti e politiche legate all’apertura delle frontiere non hanno pagato, infatti si è registrata la netta vittoria netta di Salvatore detto Totò Martello che, con 1.566 voti, ridiventa sindaco di Lampedusa e Linosa dopo quindici anni. Secondo arrivato è Filippo Mannino che andrà all’opposizione e che ha raggiunto il traguardo dei 1.116 voti. Terza e fuori dall’amministrazione il sindaco uscente, Giusi Nicolini che, con 908 voti non è riuscita ad avere consiglieri di opposizione. Quarta ed ultima la ex senatrice, Angela Maraventano che è riuscita a racimolare appena 231 voti. Le operazioni di spoglio si sono svolte per tutta la notte dal momento che i vari rappresentanti di lista hanno voluto controllare minuziosamente tutte le schede rallentando così le operazioni. Salvatore Martello, è stato sindaco di Lampedusa per due legislature fino al 2001. Nicolini è componente della segreteria nazionale del Pd, ha ricevuto il premio Premio Unesco per la Pace. A ottobre scorso Nicolini è stata una delle quattro donne «simbolo dell’eccellenza italiana» che ha accompagnato il premier Matteo Renzi alla Casa Bianca per la cena con l’ex presidente degli Stati Uniti, Obama.
Dal voto delle Comunali, anche in Sicilia, esce un M5S un po’ ammaccato (certamente hanno pesato le guerre fratricide di Palermo, e ammaccata esce pure la leadership di Luigi Di Maio che nelle ultime settimane ha girato in lungo e in largo l’Italia per sostenere i candidati M5S. E quindi il flop non può non indurre i vertici ad un cambio di passo. Al Movimento serve ora serrare i ranghi per evitare, tra l’altro, che si creino i presupposti per i blitz di Grillo via blog, dove oggi però il leader si è dimostrato ancora ottimista. Fatto sta che a Palermo i vertici non sono riusciti a tenere il partito: il capoluogo siciliano, invece, è stato teatro del caso delle firme false deflagrato proprio per una delle faide interne che hanno coinvolto anche gli esponenti nazionali. E alla fine in Sicilia ha raccolto solo un candidato al ballottaggio a Scordia: un po’ pochino
Ma proprio dalla Sicilia, tuttavia, il M5S proverà a ripartire. I sondaggi, per ora, lo vedono in ampio vantaggio per le Regionali e Grillo già in luglio sarà a Palermo per incoronare il vincitore delle Regionarie. E la Sicilia, nel programma grillino, dovrebbe fare da trampolino per le elezioni nazionali sulle quali il M5S continua ad essere fiducioso.