Nuovo governo M5s-Pd? Conte resta in pole e c’è già il toto-ministri

Di Giampaolo Grassi / 25 Agosto 2019

ROMA – Si parte da Giuseppe Conte e si torna a Giuseppe Conte. Nel totoscommesse sul presidente del Consiglio di un eventuale governo con M5S e Pd, il nome del premier dimissionario è l’unico ad essere stato messo ufficialmente sul piatto della trattativa. Il leader Cinque Stelle Luigi Di Maio lo ha proposto subito al segretario dem Nicola Zingaretti, che ha risposto picche. Ma dopo giorni di avvicinamenti, allontanamenti e candidati spuntati da canali carsici, Conte resta in pole. Anche se dal Nazareno manca ancora il via libera.

Nelle ultime ore, l’unica alternativa puntellata da qualche riscontro è stata quella del presidente della Camera, Roberto Fico, che sarebbe andato bene al Pd. Ma appena l’indiscrezione ha cominciato a circolare, Fico ha fatto sapere che resterà a Montecitorio.

C’è poi il totoministri, che spesso imbocca strade più avventurose del totopremier. Per il Pd sono stati fatti diversi nomi. Dario Franceschini per la Cultura, per esempio. E nella squadra potrebbero entrare Piero Fassino, Francesco Boccia e Andrea Orlando. Per i Cinque Stelle, fra i papabili ci sono Alessandro Di Battista per gli Affari Ue, Luigi Di Maio alla Difesa, Francesco D’Uva per i rapporti con il Parlamento, Stefano Patuanelli ai trasporti, Manlio Di Stefano agli Esteri.

Fra i possibili premier spuntati in questi giorni di discussioni e chiacchiere, alcuni nomi sono rimbalzati con una certa insistenza. Sono di candidati “terzi”, fuori dai giochi della politica di oggi. Uno è l’ex presidente dell’Autorità Nazionale Anticorruzione, Raffaele Cantone, un altro è Enrico Giovannini, ministro del lavoro nel governo guidato da Enrico Letta e attuale portavoce dell’Asvis (Alleanza italiana per lo sviluppo sostenibile). E poi la vicepresidente della Corte Costituzionale, Marta Cartabia, la diplomatica Elisabetta Belloni e Sabino Cassese, ex ministro e giudice della Consulta.

Col passare dei giorni, quasi tutte le candidature “terze” sono andate un po’ sfocando. Mentre quella della Cartabia si è spenta proprio. E’ stata lei stessa a mettere fine alle voci, spiegando che intende restare alla Consulta. Fra quelli non legati all’attuale scena politica, per Palazzo Chigi sono circolati anche i nomi di altri due ex ministri: il guardasigilli nel governo Monti, Paola Severino, e Massimo Bray, ai Beni Culturali e Turismo nell’Esecutivo guidato da Enrico Letta e attuale direttore editoriale della Treccani. Nomi che appaiono, scompaiono, riappaiono. Mentre Conte è sempre lì.

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Redazione
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