«L’abuso d’ufficio era ed è ancora un reato così evanescente che complica soltanto le cose senza aiutare minimamente, anzi ostruendo le indagini perché intasano le procure della Repubblica di fascicoli inutili disperdendo le energie verso reati che invece dovrebbero essere oggetto di maggiore attenzione». E’ questa la frase del ministro della Giustizia Carlo Nordio che parlando a Taormina durante un incontro organizzato nell’ambito di Taobuk e moderato dalla giornalista Elvira Terranova ha accesso la polemica nel dibattito politico italiano.
«L’altro giorno – ha aggiunto il Guardasigilli – qualcuno ha detto che abbiamo approvato questa riforma della Giustizia perché, essendo morto Berlusconi, volevamo tributargli un omaggio come se 24 pagine su codici penali potessero essere state scritte per la morte di un uomo che tra l’altro se ne è andato purtroppo improvvisamente. E’ una coincidenza. E’ chiaro che era un lavoro che andava avanti da mesi. La polemica politica è arrivata al punto tale di bizzarria per cui si è perfino ipotizzato questa ipotesi stravagante. Ma anche questo era stato messo in bilancio».
«Noi siamo infarciti di errori giudiziari di persone che sono state in prigione per mesi o per anni poi sono stati assolti e nessuno ha detto niente e la magistratura continua a essere autoreferenziale dicendo che questa è la loro indipendenza e la loro autonomia» ha poi aggiunto Nordio . «Io non avrei fatto il magistrato per 40 anni – ha aggiunto – se non avessi onorato la magistratura, ma quando le indagini sono fatte male compromettono la vita degli individui e addirittura qualcuno viene promosso, o eletto in Parlamento dopo anni di lunghe indagini».
«Se un magistrato singolarmente ritiene dal suo punto di vista che una legge sia sbagliata, nessuno ha il diritto di togliergli la parola o di dire che interferisce». Ma se «il rappresentante di un sindacato di magistrati, prima che fosse noto il testo del disegno di legge, pronuncia tutta una serie di critiche severissime», allora, «secondo me in corretto italiano significano interferenze» ha poi rilevato il ministro della Giustizia riferendosi alla polemica con il presidente dell’Anm sul ddl Giustizia: «L’interlocutore istituzionale del governo e della politica non è il sindacato, ma il Csm».
«Mi rifiuto di pensare che un pm, se non riesce a contestare un reato, ne cerchi un altro. Il pm deve guardare i fatti. E se quel fatto si inserisce nella struttura tipicizzata del reato dell’abuso di ufficio, e oggi è abrogato, è inutile che lo inserisce nella struttura tipica del reato di corruzione, che è completamente diversa. Se così accadesse, significherebbe che quel pm non sta guardando al reato ma al reo, cioè alla persona che vuole colpire e che magari è un politico» ha aggiunto ancora Carlo Nordio.
«Sapete quanto costa un processo penale? Sapete quanto è costato il processo fatto a suo tempo contro Andreotti che è finito nel nulla. E’ costato un miliardo di lire alla parte soltanto per fare le fotocopie. Per fare le fotocopie di un processo penale a 1.000 lire l’una all’epoca, erano un milione di copie, han dovuto spendere un miliardo solo per aver la fotocopia del fascicolo. Queste cose nessuno ne sa, nessuno le spiega ma quando il cittadino le soffre sulla sua pelle allora si rende conto di quanto la nostra giustizi debba essere di parte» ha raccontato Nordio.
«Se l’Europa ci chiedesse una sorta di rimodulazione del nostro sistema integrato repressivo, noi siamo disposti ad accoglierla, ma non nella forma in cui esisteva l’abuso d’ufficio, che era così evanescente atipico da non avere uguali, tra l’altro, in nessun altro ordinamento europeo» ha comunque aperto in chiusura il ministro della Giustizia .
«Noi interverremo sulle intercettazioni molto più radicalmente. Che questa sia una barbarie che costa 200 milioni di euro l’anno per raggiungere risultati minimi è sotto gli occhi di tutti» ha annunciato il ministro
«Spendiamo una cifra colossale – ha aggiunto – per inchieste che raggiungono risultati minimi, tra l’altro rovinando la vita delle persone. Vorrei ricordare che la legge impedisce la pubblicazione degli atti giudiziari. Vengono pubblicati lo stesso e nessuno dice nulla. Ma la legge c’è già».
«I brogliacci della Polizia – ha proseguito Nordio – non dovrebbero mai figurare perché la legge attuale dispone che questi brogliacci debbano essere depositati davanti al gip e debbano essere trascritti nella forma della perizia e nel contraddittorio delle parti. Perché molto spesso il brogliaccio della Polizia, quello finito intanto sui giornali, è sbagliato. Perché magari l’intercettazione viene trascritta e interpretata da un maresciallo di Venezia che non capisce quanto dicono due siciliani e ha sbagliato a comprendere quanto dicono. E poi – ha sottolineato il ministro – si scopre, con la trascrizione della perizia, che tutto quello scritto sui giornali è sbagliato. Non dico falso, che è ingannevole, ma era sbagliato». «Siamo indietro di anni sulle tecnologie che usano le grandi organizzazioni criminali perché non abbiamo i soldi per pagare gli strumenti che intercettano le organizzazioni criminali che sono molto più avanti con la tecnologia». Così il ministro della Giustizia Carlo Nordio al Taobuk di Taormina.
«Lo stesso trojan che oggi viene considerato il meglio del meglio – ha aggiunto – è superatissimo. La criminalità organizzata usa dei sistemi che oggi non riusciamo a intercettare perché non abbiamo i soldi per farlo». «Allora dico – ha concluso Nordio – usiamo una parte di queste risorse di intercettazioni inutili su cittadini normali e spostiamoli su indagini sulla grande criminalità organizzata. E’ un discorso che abbiamo fatto con il Procuratore Melilli, perché siamo tecnologicamente arretrati e la lotte alla mafia sulle intercettazioni io intendo potenziarle, ma servono risorse».