Notizie Locali


SEZIONI
Catania 12°

LO SCENARIO

Nomine Sanità, è ancora fumata nera: ma ecco i papabili per Asp e ospedali

Sui direttori amministrativi e sanitari salta il tavolo regionale. Lombardo punta su Cillia all’Asp di Catania. Sammartino lancia Castro al Cannizzaro

Di Mario Barresi |

La quadra, a Palermo, doveva arrivare fra ieri e oggi. E invece sulla nomina dei direttori amministrativi e sanitari di Asp e aziende ospedaliere c’è stata l’ennesima fumata nera nel centrodestra siciliano. A far saltare il banco, secondo fonti ben informate, l’insoddisfazione di Fratelli d’Italia su alcune postazioni soprattutto palermitane, ma in parte anche catanesi. Il socio forte della coalizione si sarebbe rifiutato di fornire i propri nomi. E così per completare il puzzle dei vertici operativi della sanità se ne dovrebbe riparlare dopo la pausa ferragostana, a meno che i big regionali della maggioranza non riescano a trovare un accordo che fino a ieri pomeriggio sembrava alquanto lontano.

Certo, più volte lo stesso governatore Renato Schifani (ma non soltanto lui) ha tenuto a precisare che la scelta dei direttori amministrativi e sanitari «è una precisa competenza dei manager», ma in Sicilia c’è una certa flessibilità nell’applicazione delle leggi in materia di nomine. E così Marcello Caruso, segretario particolare del governatore nonché commissario regionale di Forza Italia, ha avviato un giro di consultazioni “one-to-one” con gli altri alleati del centrodestra, cominciando a stilare una lista dei desiderata dei vari partiti, provincia per provincia. Con una precisa regola d’ingaggio: il partito che ha indicato il manager non può prendere, nella stessa Asp o nello stesso ospedale, i vertici amministrativo e sanitario.

Ma nelle ultime 24 ore è saltato il banco: FdI avrebbe opposto un secco rifiuto a fornire i propri nomi e il puzzle è rimasto mancante di molti pezzi. «Ne riparliamo dopo il 20 agosto», la linea emersa nell’ultimo frenetico giro di telefonate. Poco importa che le nomine, per legge, andavano fatte entro il 16 luglio e che, nella migliore delle ipotesi, il tema sarà affrontato a settembre. Certo, in teoria i direttori generali potrebbero scegliere i loro dirigenti anche stamattina. E fra i manager siciliani c’è chi, partecipando ieri a un incontro con il direttore del dipartimento Pianificazione strategica, Salvatore Iacolino, vero dominus della sanità regionale, ha colto nelle sue parole una sorta di via libera a procedere. Ma chi, fra i direttori generali nominati dalla politica, avrà il coraggio di farlo davvero senza un formale accordo nella maggioranza?

La partita più delicata

Eppure su molte delle caselle catanesi i giochi sembrano fatti. La partita più delicata, ovviamente, è per l’Asp guidata dal manager indicato dalla Lega, Giuseppe Laganga Senzio, ritornato in sella dopo la sospensione per il coinvolgimento in un’inchiesta a Messina. Il posto di direttore amministrativo dovrebbe andare in quota all’Mpa di Raffaele Lombardo, che s’è battuto con tutte le sue forze per piazzare Sabrina Cillia, già braccio destro di Ciccio Iudica (cognato del leader autonomista) all’Asp di Enna. Come direttore sanitario si sarebbe trovato un «nome condiviso» fra le varie anime forziste etnee: quello di Gianfranco Di Fede.

All’Arnas Garibaldi, diretta da Giuseppe Giammanco, nominato in quota Forza Italia, il posto in palio è solo uno, visto che il direttore amministrativo Giovanni Annino (molto stimato dal presidente meloniano dell’Ars, Gaetano Galvagno) ha un contratto che scadrà nel 2025: per il vertice sanitario si ipotizza, con il placet del leghista Luca Sammartino e non solo, la nomina di Nino Rapisarda.

Al Cannizzaro, da tempo feudo di FdI con il manager Salvo Giuffida, per il ruolo di direttore amministrativo emerge una nomination in rosa, Monica Castro, gradita a Sammartino, mentre per quello sanitario, in ballo fra Dc e Mpa (con quest’ultimo in vantaggio), la casella è ancora vuota.

Il Policlinico resta fuori dalla giostra agostana delle nomine. Il direttore generale Gaetano Sirna, nominato “formalmente” in quota Mpa col forte gradimento di Salvo Pogliese di FdI, aveva già mesi fa scelto Rosario Fresta (direttore amministrativo) e Antonio Lazzara (direttore sanitario). Nessun problema, dunque, almeno fino alla fine dell’anno, quando il pensionamento di Fresta aprirà un derby forzista che già si disputa nell’ombra fra Marco Falcone (che vorrebbe Giuseppe Di Bella), Nicola D’Agostino (in trincea per Giampiero Bonaccorsi) e il neo-deputato Salvo Tomarchio, fan di Maddalena Samperi, stimata anche in assessorato e da Lombardo. Ma ancora il tempo c’è.COPYRIGHT LASICILIA.IT © RIPRODUZIONE RISERVATA