«Io non conoscevo la realtà del governo regionale, ero stato cinque anni all’opposizione. Quando mi hanno detto che sarei stato candidato mi sono dimesso subito da presidente della commissione Antimafia regionale. A Palazzo d’Orleans ho trovato una regione devastata. Ho dovuto scalare le rocce con i miei assessori».
Lo ha detto il governatore Nello Musumeci alla kermesse allo Spasimo di Palermo parlando della sua decisione di ricandidarsi.
«Abbiamo trovato cinque anni di macerie – ha aggiunto – un anno e mezzo di blocco per il Covid inseguendo la pandemia. Abbiamo seminato tantissimo in questi tre anni e mezzo e lo faremo ancora. Ma abbiamo ancora il diritto di raccogliere. Lo dice la legge del contadino: chi semina raccoglie. Non siamo così generosi di avere sputato sangue tanti anni e di fare raccogliere i frutti al primo che arriva in doppio petto».
«Le leggi di riforma devono essere votate dal Parlamento. Io ho mantenuto fede agli impegni grazie a questa squadra di governo di persone per bene che lavorano. Anche se sono ipercritico. Ci sono riforme presentate, ma ferme in Parlamento. Non è un’accusa all’assemblea o al presidente che si attiva sempre. Su alcuni disegni di legge di riforma c'è la volontà di trovare un’intesa».
«In un momento così drammatico – ha aggiunto – un direttore generale deve lavorare anche di notte, sapendo che non possiamo fare concorsi per fare assunzioni. Abbiamo il dovere di fare il possibile l’impossibile. La Regione è la più grande industria dell’isola e dobbiamo sostenere la drammatica situazione nell’isola».