Musumeci, intervista esclusiva tra Covid, roghi e politica: «La mia estate senza respiro»

Di Mario Barresi / 15 Agosto 2021

Confessa che «alla vigilia di Ferragosto, qui a Palermo, in questo Palazzo semideserto, mi sento un po’ il custode del tempio». Nello Musumeci racconta la sua estate fra le emergenze della Sicilia, che «è l’esagerazione dell’Italia». Il presidente della Regione Siciliana parla di Covid e incendi, ma anche del suo futuro politico e dei rapporti con gli alleati, in un’intervista esclusiva a “La Sicilia”.

Musumeci anticipa che chiederà alla ministra dell’Interno, Luciana Lamorgese (oggi a Palermo per il comitato nazionale sull’ordine e la sicurezza pubblica) «un nuovo approccio sugli incendi estivi: sta cambiando tutto e non possiamo mantenere le regole che andavano bene trent'anni fa». Ma sulla matrice dei roghi ammonisce sulla «cattiva informazione: la Regione, per legge, si occupa della prevenzione antincendi nelle aree demaniali boschive, non nelle campagne dei privati». Ed è in questo contesto, dove «l'operaio forestale pagato dalla Regione non può mettere piede», che secondo il governatore rientra «gran parte della superficie devastata dalle fiamme». Sui ritardi nell’avvio della campagna antincendio, ammette, «non escluderei “distrazioni”da parte di qualche dipartimento regionale. E questo lo verificheremo».

Il governatore difende la stretta anti-no vax e la sua ultima ordinanza di venerdì, compreso l’obbligo del green pass per i cittadini negli uffici: «Non mi pare che sia una compressione della libertà: perché per entrare in un museo si fa e in un ufficio al chiuso no?». Favorevole al vaccino obbligatorio per gli over 50 ipotizzato dal collega ligure Giovanni Toti («Il governo nazionale forse dovrebbe valutare questa sua proposta»), Musumeci si sofferma sullo scenario: «Oggi proviamo a dare di più, ma i cittadini devono fare la loro parte, altrimenti il rischio non è la zona gialla, ma l’incombere di una violenta quarta ondata e un nuovo lockdown a ottobre. Non possiamo permettercelo, per la salute di tutti e per la sopravvivenza dei nostri operatori economici».

E poi i temi politici. Il presidente si dice soddisfatto dei sondaggi col gradimento in crescita, ma convinto che il secondo mandato nel 2022 «dev'essere l'effetto del buon lavoro, non la causa», nella certezza che «agli alleati del centrodestra debbo la mia candidatura e il sostegno per la mia elezione, ma sto ripagando questo debito di gratitudine con lealtà, totale dedizione ed esempio quotidiano». Musumeci su “La Sicilia” risponde a Matteo Salvini, che ha rivendicato per la Lega il prossimo candidato governatore del centrodestra in Sicilia: «Ha espresso un desiderio, legittimo dal suo punto di vista. Ma al tavolo di una coalizione – scandisce – non tutti i desideri diventano diritti». Lapidario sull’ingresso dell’ex renziano Luca Sammartino nel Carroccio («Ho imparato che anche in politica, come nella vita, solo i pazzi e i morti non cambiano mai idea. E comunque, delle proprie scelte ognuno risponde ai suoi elettori»), il governatore smentisce comunque «un raffreddamento dei rapporti» con Salvini, così come con tutti gli altri alleati del centrodestra.

A Giorgia Meloni dice «brava» per aver riunito la destra, riconoscendole il merito di «una così rilevante crescita del suo partito». Musumeci chiarisce per la prima volta anche il riferimento al partitino «inchiodato tra il 2,5 e il 5 per cento» con cui rifiutò la proposta di alleanza con Fratelli d’Italia: «È evidente che al nostro congresso del febbraio 2019 mi sono limitato a dare l'oggettivo dato percentuale di quel momento. Non mi sono inventato nulla. La storia non si scrive col senno del poi. Quanto al futuro, la politica è l'arte del possibile…». A Giuseppe Castiglione, che gli ha chiesto di sciogliere DiventeràBellissima per guidare un nuovo polo moderato, Musumeci risponde con un “ni”: «Apprezzo la stimolante proposta», ma «oggi all'Italia servirebbe di più un sistema bipolare», che soltanto Silvio Berlusconi «ha dimostrato si può fare».

Infine, un messaggio – fra il politico e il personale – agli alleati che lo accusano di essere permaloso e poco disponibile al dialogo: «Chi dice questo non mi conosce affatto. Malgrado le sofferenze provate nella mia vita privata, credo di essere rimasto anche nella vita pubblica una persona allegra, aperta al confronto e al dialogo». E alla sollecitazione di ammorbidirsi pur senza scendere a compromessi, Musumeci risponde con una promessa: «D'ora in avanti cercherò di essere più "smart"».

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Pubblicato da:
Alfredo Zermo
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