PALERMO – «Don Luigi Sturzo diceva che un programma politico non si inventa, si vive giorno dopo giorno. Per noi il programma è un progetto dinamico, non un elenco di cose da fare o non fare, uno strumento che indica le cose da fare per affrontare i problemi. L’obiettivo finale è quello di riconsegnare ai siciliani una regione normale, restituire dignità e fiducia ai cittadini, facendo lievitare una fiera consapevolezza che diventi argine contro la rassegnazione e la disperazione». Il Presidente della Regione siciliana, Nello Musumeci, ha iniziato con queste parole le dichiarazioni programmatiche all’Assemblea regionale siciliana.
Secondo Musumeci «la Sicilia è un’isola ancora prigioniera di antichi pregiudizi ed esaltata da certo giornalismo spazzatura, prodotto da operatori pagati. Noi siamo consapevoli delle connivenze e opacità recenti e remote che pesano sulla Sicilia, ma una cosa è lo stimolo altra cosa è l’accanimento, solo per il gusto di fare audience, ascolto».
Il governatore, ex presidente della commissione regionale antimafia, ha detto il suo governo «punta un deciso contrasto alla mafia in ogni forma e sotto qualsiasi forma si presenti». «I mafiosi prima di cercare morti cercano alleati nella società civile e nelle istituzioni», ha aggiunto Musumeci che, nel corso delle dichiarazioni programmatiche, ha voluto ricordare «il sacrificio di Giovanni Bonsignore e Filippo Basile, due dipendenti della Regione uccisi da mani mafiose perché non vollero venire meno ai loro doveri».
«Nell’ultimo decennio il rapporto tra imprese, politica e burocrazia è stato sempre più difficile e controverso», ha ancora aggiunto Musumeci. Bisogna «ripensare alla sorte dell’Irfis venuta meno alla propria funzione istituzionale, ma anche alla sorte dell’Ircac e della Crias e ipotizzare, perché no, una sola struttura per il credito alle piccole e medie imprese».
E poi sul ruolo delle Province: «Alle Province bisogna attribuire maggiori competenze, altro che smantellarle». Musumeci ha confermato la linea del governo sull’elezione diretta degli organismi delle ex Province (oggi Liberi consorzi) e delle tre città metropolitane (Palermo, Messina e Catania). In attesa dell’esito del ricorso presentato dal governo della Regione contro l’impugnativa da parte del Cdm della legge regionale sulle ex Province, Musumeci ha invitato l’Assemblea a modificare la legge sugli enti intermedi.
E ancora il governatore: «La lotta all’abusivismo non è uno slogan da campagna elettorale, ma non esiste l’abusivismo di necessità: esiste l’abusivismo. Sarebbe però da sprovveduti dire che tutte le case abusive vanno abbattute, bisogna verificare caso per caso senza legittimare un abusivismo di serie A e un abusivismo di serie B».
Pur dando atto poi all’ex assessore alla Salute del «buon lavoro» fatto, il presidente della Regione siciliana, Nello Muscumeci ha annunciato che «si provvederà in questi mesi alla parziale revisione della rete ospedaliera» in Sicilia.
Al capitolo rifiuti, Musumeci ha dedicato solo un piccolo passaggio dopo che qualche giorno addietro aveva fatto una fotografia della situazione che è sempre quella: «In Sicilia le discariche pubbliche e private sono al collasso, hanno 7-8 mesi di autonomia».
Il presidente si è invece soffermato di più sulla legge elettorale: «Questa coalizione di centrodestra è ben consapevole dei propri limitati numeri in aula per una legge elettorale che va cambiata e anche presto», ha detto affermando di essere favorevole all’introduzione nella legge elettorale del premio di maggioranza per dare maggiore governabilità. «Il governo non cerca in questa Assemblea supporti numerici clandestini, confidiamo di trovare nelle opposizioni convergenze programmatiche alla luce del sole».