Musumeci: «Contratto con l’opposizione? No, niente ribaltoni e lavoro in silenzio»

Di Redazione / 07 Dicembre 2018

PALERMO – «Nessuno si illuda. Non sono fatto per i ribaltoni. Questa è la mia coalizione e con questa coalizione, al di là dei numeri, io andrò avanti per tutta la legislatura». Il presidente della Regione Siciliana, Nello Musumeci, concludendo la presentazione a Palermo del report sulle politiche del governo a un anno dal suo insediamento chiude la porta alla proposta lanciata sulle pagine del nostro quotidiano dal leader del M5s in Sicilia Giancarlo Cancelleri di firmare un mini-patto per la Sicilia sulla falsa riga del contratto di governo firmato a Roma da Di Maio e Salvini anche per andare in soccorso di una giunta che non ha una vera maggioranza parlamentare.

Ma Musumeci non ne vuole sentire parlare: «Il contratto è già scritto, non c’è più solo un rigo bianco, lo abbiamo scritto con gli elettori con i siciliani. Il contratto è fatto. E’ chiaro – ha però detto lasciando aperto un piccolo spiraglio -. Possiamo aggiungere vari allegati, se altre forze politiche dell’opposizione volessero proporre nuovi obiettivi e temi oltre quelli che fanno già parte del nostro programma. Vengano con umiltà, senza iattanza e arroganza, scriviamo l’allegato A e l’allegato B».

«Non abbiamo bisogno di lezioni di moralità da nessuno – ha detto ancora il governatore – . Questa coalizione non è fatta di santi ma neanche di diavoli. E altrove non vede eroi. Se li vedessi non vorrei vederli troppo da vicino. Questo – ha sottolineato – è il Governo che deve mettere le basi per una nuova Sicilia. Se pensiamo ancora allo smalto o alla vernice abbiamo perso. Lavoriamo in silenzio, non ci facciamo condizionare da sondaggi e titoli (chiaro il riferimento al sondaggio pubblicato da La Sicilia sull’operato del governo Musumeci, ndr). Andiamo avanti. In silenzio perchè questa è la stagione della semina. Il pieno raccolto arriverà dopo di noi, dopo 4 anni, ma una parte pensiamo di poterla offrire anche durante la legislatura. Se non facciamo le basi saremo sempre ultimi come adesso, lasciateci lavorare».

 

Accelerazione della spesa pubblica e tutela del territorio sono invece gli obbiettivi più urgenti indicati dal presidente durante la presentazione dei risultati del suo primo anno di governo. L’attenzione alla spesa pubblica deve mettere al centro, ha detto, «l’interesse verso l’impresa come uno strumento in grado di determinare autentica ricchezza».

Tra gli altri obiettivi che si stanno perseguendo Musumeci ha indicato la riqualificazione della rete viaria, lo sviluppo dell’edilizia scolastica, la riqualificazione dei centri storici soprattutto «nelle zone dell’entroterra soggette a processi di desertificazione». 

Secondo i dati diffusi da Musumeci, Sul fronte del dissesto idrogeologico e della Protezione civile nel 2018 è stata istituita l’autorità di bacino con 17,8 milioni di euro per la pulizia di 108 fiumi e torrenti. Finanziati 160 milioni di euro per il dissesto e 73 interventi a tutela del territorio, 26,2 milioni di euro per la rete. 

Il governatore, che è anche commissario per l’emergenza rifiuti in Sicilia, ha parlato di raccolta differenziata che in Sicilia sarebbe arrivata nel 2018 al 34%, con un aumento del 50% rispetto all’anno precedente: sono 203 i Comuni con oltre il 50% di differenziata, soltanto 64 sono al di sotto del 30%.  «Le tre città metropolitane, Catania, Messina e Palermo sono una zavorra perchè in queste città la differenziata raggiunge solo tra il 9 e l’11%», ha aggiunto Musumeci, sottolineando che la Sicilia «è proiettata verso il 50% ragionevolmente entro un anno. Faccio i complimenti ai sindaci che sono riusciti ad aumentare la differenziata».

Sul fronte lavori pubblici ha ribadito che al governo regionale «non piace come lavorano Anas e Rfi. Sono diventate un cancro. O cambiano marcia o saremo costretti a mettere in mora i nostri interlocutori, cui per un anno abbiamo concesso quasi illimitata fiducia».  «Viviamo una situazione di totale emergenza in Sicilia sul piano della viabilità – ha aggiunto Musumeci -. Non è possibile che i cantieri debbano essere semideserti e non debbano essere rispettate le scadenze». 

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