ROMA – Nuovo braccio di ferro sui migranti. Aquarius si vede revocare la bandiera panamense e Medici senza frontiere, che con Sos Mediterranée gestisce l’imbarcazione, accusa l’Italia di aver esercito pressioni su Panama. Ma il Viminale smentisce. Tutto questo a poche ore dal Consiglio dei ministri sul decreto sicurezza-immigrazione, finito in questi giorni sotto la lente per dubbi di costituzionalità. Sul testo prende posizione anche la Cei: «E’ strano – dice il segretario generale mons. Nunzio Galantino – che si parli di immigrati all’interno del decreto sicurezza. Significa giudicare la loro come una condizione di delinquenza». Serve «rispetto della legalità». Una stoccata che non ferma Salvini.
Il ministro dell’Interno ha messo in guardia Aquarius, unica nave legata ad ong rimasta nel Mediterraneo. «Denuncerò per favoreggiamento dell’immigrazione clandestina – ha detto – chi aiuta gli scafisti. I trafficanti hanno ripreso a lavorare» con la «collaborazione di qualche ong. Tra queste Aquarius» che «ha intralciato il lavoro della guardia costiera libica, ignorando le indicazioni» e «dopo aver subìto la stessa decisione da Gibilterra, sta per essere cancellata dai registri navali di Panama». L’iter per toglierle la bandiera è partito il 21 settembre. Aquarius rischia di diventare così una nave “pirata”.
Ma la ricostruzione delle organizzazioni non governative è ben diversa. Nelle ultime 72 ore, dicono, la nave ha aiutato due natanti in difficoltà e ora ha 58 persone a bordo. Il team è rimasto «scioccato» dall’annuncio giunto da Panama «di essere stata costretta a revocare l’iscrizione dell’Aquarius dal proprio registro navale sotto l’evidente pressione economica e politica delle autorità italiane».
In sostanza le ong accusano l’Italia di aver fatto pressioni su Panama e citano un passaggio della comunicazione ricevuta dalle autorità panamensi in cui si legge che «sfortunatamente è necessario che Aquarius sia esclusa dal nostro registro perché la sua permanenza implicherebbe un problema politico per il governo e la flotta panamense in direzione dei porti europei». Medici senza frontiere chiede all’Europa di intervenire per far sapere che «le minacce del governo italiano sono infondate». Il Viminale replica: nessuna pressione.
«E’ evidente – afferma Salvini – che nessun Paese voglia prendersi la responsabilità di essere identificato con una nave che intralcia le operazioni di soccorso in mare, rifiuta il coordinamento con la guardia costiera libica, attacca alcuni governi democratici come quello italiano, pretende di distribuire clandestini in Europa. Possono cambiare nome e bandiera altre mille volte: ma per questi signori i porti italiani restano chiusi».
E’ in questo clima che il decreto del ministro arriva in Cdm. Tra le misure la revisione dell’asilo che elimina la protezione umanitaria sostituita da permessi speciali per ragioni di salute, calamità e meriti civili; l’ampliamento della rosa di reati per cui è revocato il permesso di rifugiato, tra cui violenza sessuale, rapina, traffico di droga; il raddoppio a 6 mesi dei tempi di trattenimento nei centri; la revoca della cittadinanza per reati con finalità di terrorismo e il raddoppio a 4 anni per ottenerla per matrimonio e residenza.