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Migranti e Africa, ecco le priorità dell’Italia al G7

Di Cristina Ferrulli |

«Non sarà un confronto semplice, ma l’Italia cercherà di renderlo un confronto utile e capace di far convergere le posizioni», ammette alla vigilia il premier Paolo Gentiloni che indica «i cambiamenti climatici, i commerci, le migrazioni, i rapporti con l’Africa» come temi che «interessano tutta l’umanità».

L’Italia ha scelto per il suo G7 un approccio aperto e inclusivo, con l’obiettivo di arrivare ad un comunicato finale condiviso che, nelle intenzioni, a differenza del passato, sia breve e leggibile: evitando la prolissità, ogni parola avrà un peso e un riferimento specifico. Ma se sulla lotta al terrorismo e sulla road map per rafforzare il ‘woman empowerment’ è facile pensare che i Sette Grandi si troveranno d’accordo, sul clima e sul commercio le diversità degli Usa sono note. Per l’Italia comunque, spiegano fonti diplomatiche, anche le divergenze di opinioni rafforzano il ruolo del G7, che fa già notizia per il fatto che intorno al tavolo si confronteranno leader caratterizzati da personalità forti, in alcuni casi anche dirompenti. La discussione tra i capi di Stato sarà quindi fondamentale per le conclusioni del G7 e la linea data agli sherpa per il negoziato sul clima e sul commercio è di non dare l’impressione che 6 paesi hanno già negoziato qualcosa – ad esempio la piena attuazione dell’accordo di Parigi sul clima – a scapito della nuova amministrazione americana che per ora ha messo in mora l’accordo.

Sarà l’Africa e un nuovo approccio che coniughi sviluppo e gestione dei flussi migratori il tratto che Gentiloni vuole imprimere al G7, che si svolge in Sicilia proprio per rimarcare lo sforzo fatto, spesso in solitaria, dall’Italia per salvare migranti alla deriva in mare. Una sessione ad hoc del vertice sarà per questo aperta alla presenza dei leader di Tunisia, Nigeria, Niger, Kenya e Etiopia e delle organizzazioni internazionali. La chiave per contenere i flussi migratori è per l’Italia lo sviluppo e la stabilità politica, che sono anche uno strumento per stroncare il terrorismo alla radice. In questa chiave l’idea della presidenza italiana è di realizzare un progetto con alcuni giovani ‘startupper’ africani. Ma si affronterà anche, assicurano fonti italiane, oltre alla situazione in Libia, l’emergenza carestia che minaccia 30 milioni di persone in Sud Sudan, Yemen, Somalia e nel nord-est della Nigeria.

Il convitato di pietra del vertice sarà anche quest’anno la Russia di Vladimir Putin, escluso dopo l’annessione della Crimea e la crisi in Ucraina. Ci sarà, sostengono fonti diplomatiche, uno scambio di opinioni a Taormina con l’Italia che sostiene la necessità di un approccio duale verso il Cremlino: gli accordi di Minsk vanno rispettati, con una riflessione conseguente e non automatica in sede Ue sulle sanzioni, ma al tempo stesso va tenuto aperto un canale di dialogo con la Russia, partner fondamentale nella guerra al terrore dell’Isis.

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