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Micciché: «Roma punisce la Sicilia perché non è schierata con loro»

Di Redazione |

PALERMO – «Il governo nazionale deve capire che quando tra il governo e le regioni viene richiesta lealtà tra le istituzioni non si intende solo la lealtà della Regione nei confronti dello Stato, ma anche la lealtà dello Stato nei confronti della Regione. Io credo che quando ci hanno fatto chiudere a marzo, in Sicilia, facendoci un danno colossale senza che fosse necessario, è stato un disastro». Lo ha detto il Presidente dell’Assemblea regionale siciliana Gianfranco Miccichè a margine della commemorazione per il 41° anniversario dalla scomparsa di Piersanti Mattarella, avvenuta il 6 gennaio del 1980 a Palermo, nei pressi del civico 137 di via della Libertà.

«Oggi lo Stato anziché cercare di trovare una soluzione, dandoci una mano per il danno che cha creato, continua ad avere un atteggiamento di “punizione” nei confronti della Regione siciliana perché facciamo parte delle regioni che non sono schierate con loro. Questo è quello che appare», dice.

E sul Recovery Plan: «Oggi non è facile capire quello che arriva da Roma e dall’Europa, questa è la verità. Perché eravamo certi che due settimane fa sarebbe stata approvata la rimodulazione dei fondi europei iper cui avremmo potuto fare delle leggi e invece ci siamo dovuti fermare perché i soldi non sono mai arrivati. Ora c’è un incontro venerdì prossimo a Roma e speriamo che arrivino. Ma la situazione è troppo ingarbugliata».

Sulla possibile crisi del governo centrale, secondo Micciché «non è più tempo di responsabili». Per il Presidente dell’Assemblea regionale siciliana «se Renzi va via il governo cade. Quando il Presidente Mattarella parlò di “lavorare insieme” io avevo pensato che da lì a poco ci sarebbe stato un governo di unità nazionale, di larghe intese, non lo è ancora stato. Ma se va via Renzi è facile che si arrivi a una soluzione del genere»

Sulla questione delle quote rosa, Micciché invece  ha detto che «l’assenza di donne nel governo Musumeci è certamente un problema, però non vorrei che questo problema fosse affibbiato a Forza Italia. Voglio ricordare che Fi su 5 parlamentari nazionali ha quattro donne un uomo. Siamo stati quelli che hanno garantito in questi anni una donna in giunta».

«Musumeci la chieda agli altri partiti – ha aggiunto – Noi abbiamo dovuto ragionare politicamente su alcune esigenze territoriali. Avevo anche chiesto a Margherita La Rocca Ruvolo se voleva fare l’assessore ma mi ha risposto di no. Questa è la dimostrazione che non è vero che non vogliamo le donne. Nel momento in cui si deve scegliere un nome a Trapani e uno ad Agrigento, le persone venute fuori sono stati due uomini (Toni Scilla e Marco Zambuto ndr). «L’Ars, la prima in Italia, ha fatto una legge che prevede per la prossima legislatura la preferenza di genere» ha adetto ancora. COPYRIGHT LASICILIA.IT © RIPRODUZIONE RISERVATA