L'intervista
Messina: «Meloni risoluta sul bis di Musumeci. FdI vuole rompere? Sono gli altri che ci temono»
L'assessore regionale al Turismo ribadisce la volontà del leader del suo partito di ricandidare l'attuale presidente della Regione alle prossime elezioni
Assessore Messina, come si sta nel fortino di Musumeci? Fratelli d’Italia è l’unico sponsor ufficiale della ricandidatura… «La posizione di Fratelli d’Italia, che su Musumeci tiene la barra dritta, è coerente e lineare. C’è un problema di regole: ci devono spiegare perché il tavolo nazionale del centrodestra, che da sempre ripropone l’uscente che ha lavorato bene, debba avere in Sicilia regole diverse. Se si cambiano, allora salta tutto. Anche in altre regioni, a partire dalla Lombardia…».
Per lei Musumeci «ha lavorato bene». Altri alleati magari non la pensano così… «Ma nessuno l’ha mai detto! Non capisco su cosa dovrebbe essere motivato il no a Musumeci. A meno che non si dimostri che il suo governo ha fatto male. Per noi il bilancio è più che positivo, in un contesto difficilissimo. Ma chi nella coalizione la pensa in modo diverso dovrà ammettere che anche i propri assessori hanno fallito…».
L’altra tesi, esplicitata da Miccichè ad Arcore, è che Musumeci sarebbe un candidato perdente. «Anche questo è un argomento assurdo. In base a cosa? Non sono un fanatico de i sondaggi, ma finora premiano Musumeci, che fra l’altro è un “animale” da campagna elettorale come pochi. Ripeto: se si basa la discussione sulle regole e sulla logica della politica, la candidatura di Musumeci, oltre che la più naturale, è l’unica possibile».
E non è una sua posizione personale. «Ci mancherebbe. È la posizione del mio partito, a livello regionale e nazionale, con in testa la nostra leader Giorgia Meloni, che è stata chiara ed è risoluta. Contro ogni ambiguità».
A proposito di ambiguità: al di là delle smentite sul vertice Arcore, l’idea di Stancanelli candidato ha messo in difficoltà FdI. Come dire di no a uno dei vostri? «Nessuna difficoltà. Semmai è la dimostrazione che FdI in Sicilia ha una classe dirigente all’altezza: Stancanelli è un ottimo amministratore, ma noi potremmo esprimere tanti altri nomi di primo piano. Ma il punto è un altro: chiunque gli alleati proponessero di noi, compreso, per dire, Manlio Messina, la risposta sarebbe la stessa. Il nostro candidato è Nello Musumeci».
E non sareste in imbarazzo nemmeno se Stancanelli alla fine ci stesse davvero… «Raffaele è un uomo di partito, uno che conosce bene la politica. Non credo che si presterebbe mai a questo gioco».
Un gioco che vi ha messo all’angolo: all’Ars, fra blocca-nomine e reset delle commissioni, nel centrodestra sembrano tutti contro l’asse Meloni-Musumeci. «I casi che cita sono più che altro le conseguenze di una profonda spaccatura in Forza Italia. Non è mia abitudine entrare in casa degli altri, ma mi pare più una ritorsione di Miccichè che un asse contro di noi».
Meloni, pur avendo virtualmente Pogliese a Catania, vuole prendersi tutto: Varchi a Palermo e Musumeci alla Regione. «Sono piani diversi. Su Musumeci penso di essere stato chiaro. Pogliese fu eletto come sindaco di Forza Italia, nel 2023 se ne riparla. E Carolina è un ottimo candidato che rimane in campo, come i tanti espressi dalla coalizione. Noi siamo sempre pronti al dialogo, senza voler sopraffare nessuno anche se nei sondaggi siamo il primo partito d’Italia, oltre che del centrodestra».
Ecco, appunto: e se magari foste voi a volervi isolare per poi rompere e correre da soli in un test prima delle Politiche? Meloni non parla con Salvini da fine gennaio… «Sono convinto che ricominceranno a parlarsi al momento giusto. E non c’è nessuna strategia solitaria. Noi “rompiamo”, per usare il suo termine, solo laddove non ci siano regole chiare, come nel caso dell’uscente Musumeci, o restino ambiguità. Mi spiego meglio: nessun inciucio con Pd e grillini, né con i renziani. Noi non vogliamo isolarci, ma se qualcuno, magari perché ci teme e ha strane idee in testa, vuole tagliarci fuori, sbaglia: saremmo noi, in quel caso, a isolarli con la loro incoerenza».
Intanto il gruppo degli Autonomisti ha presentato all’Ars una mozione di censura nei suoi confronti. «Mii accusano per un post sui contro il sindaco di Paternò. Io l’ho solo ripreso perché s’è attribuito dei meriti sulla tappa del Giro d’Italia nella sua città: un evento voluto e finanziato dalla Regione. Senza essere violento né volgare».
Ma i lombardiani chiedono a Musumeci di rimuoverla dal ruolo di assessore… «Il che mi sembra un’esagerazione. Ho sentito Lombardo e mi auguro che ritirino questa mozione. Se la vogliono buttare in politica, o peggio ancora in caciara, facciano pure: difenderò le mie ragioni. Ma così si crea un precedente pericoloso: nel tutti contro tutti, nessuno è più al sicuro. Compreso l’assessore di Lombardo…».
Ma non ha mai pensato, visto anche qualche precedente gaffe, di darsi una calmata nell’uso dei social? «Guardi, non ritengo di aver fatto gaffe. Ci fu il caso di una vignetta pesantuccia su Conte, mi accorsi dell’errore e il post fu subito rimosso. E poi quella parolaccia, in un contesto goliardico e personale, rivolta a un mio fraterno amico. Stavolta, sul sindaco di Paternò, ho preso una posizione legittima: se uno ora deve auto-censurarsi perché è assessore, siamo al regime del finto perbenismo, non più in democrazia».
Hanno arrestato la musicista palermitana accusata di averle offerto una mazzetta. «Denunciarla era una scelta naturale, ovvia per chi ha un percorso politico di moralità. Umanamente dispiace sempre per la privazione della libertà personale. Ci sarà un processo, ma chi sbaglia paga». Twitter: @MarioBarresiCOPYRIGHT LASICILIA.IT © RIPRODUZIONE RISERVATA