Elezioni
Meloni in Sicilia: «Grande entusiasmo per Musumeci. Il M5S? Senza la “paghetta” chi li vota più?»
La leader di Fratelli d'Italia ha affrontato vari argomenti nella tappa della campagna elettorale a Messina per le prossime amministrative
Giorgia Meloni, a una manifestazione elettorale per le amministrative a Messina (l'appoggio alla candidatura a sindaco di Maurizio Croce) non ha risparmiato subito un affondo al M5S: «Pensiamo di risolvere il problema dei giovani che scappano, con il reddito di cittadinanza. Non sono d’accordo. Se si vogliono migliorare davvero le loro condizioni di vita, occorre dargli un lavoro ben retribuito che rompa la dipendenza dalla politica. E diciamo la verità: se togliamo questa "paghetta" chi li vota più i 5 Stelle?».
«Se tu prendi le persone che sono in difficoltà e le mantieni facendole dipendere dalla politica – ha aggiunto – la loro condizione non la stai migliorando, ma la stai sospendendo. Perché se la vuoi modificare l’unico modo per farlo è di dare loro la dignità di un lavoro ben retribuito e che li liberi dalla dipendenza della politica. Io non accetto una classe politica che ti dà la "paghetta" così sei costretto a votarla. Le persone non vogliono dipendere dalla politica. Ma uno Stato giusto – ha osservato Giorgia Meloni – non mette sullo stesso piano dell’assistenzialismo chi può lavorare e chi no. Lo Stato giusto assiste anziani, disabili, chi non può lavorare veramente. E se tu li metti tutti sullo stesso livello colpisci il più debole. Il paradosso oggi in Italia è che un ragazzo di 20 anni, di ottima salute, può prendere fino a 780 euro con Reddito di cittadinanza e un disabile prende una pensione di invalidità di 280 euro. Ma che Stato e? Il Reddito di cittadinanza è anche uno strumento fortemente diseducativo perché al ragazzo di 20 anni lo Stato dice: stattene a casa non ho bisogno di te. L’altra grande occasione persa – ha sottolineato la presidente di FdI – è il merito: i "sessantottini" ci hanno rovinato con l’idea che il merito è nemico dell’uguaglianza. E allora devi livellare, e lo avviene sempre verso il basso. Bisogna garantire uguaglianza nel punto di partenza, poi dove arrivi dipende da te. Perché uno non vale uno, queste idiozie che ci hanno portato degli "scappati di casa" al governo della nazione ci hanno devastato, ci dobbiamo ribellare. Il merito è la benzina del mondo».
La leader di Fratelli d'Italia poi sulla ricandidatura del governatore uscente Musumeci: «In Sicilia stiamo registrando entusiasmo intorno all’esperienza di governo di Nello Musumeci alla Regione. I dati dicono che oggi la Sicilia svetta in moltissime classifiche. Stiamo parlando della prima regione del Sud per stazione appaltante, della Regione più attenta ai disabili e che ha speso meglio i fondi europei».
E poi ancora sulla realizzazione del Ponte sullo Stretto: «Bisogna fare una serie di cose che consentono ai turisti di avvicinarsi più facilmente e poi c'è il tema delle merci. Il Ponte sullo Stretto è un’occasione, un tema sul quale si è a lungo dibattuto, che racconta di un’Italia nella quale le cose si pensano, ma non si sanno fare». «Questa era una civiltà che costruiva in dieci giorni ponti duemila anni fa – ha aggiunto la presidente di FdI- che ancora stanno in piedi. E’ incredibile come ad un certo punto non siamo stati all’altezza della nostra storia. C'è anche tema generale delle infrastrutture, noi abbiamo tante peculiarità che come dicevo sono legate al tema del turismo. Questa è una Regione dove l’amministrazione regionale ha fatto un ottimo lavoro, e oggi il tempo di permanenza medio di un turista è più alto di prima del Covid. Vuol dire che è stato fatto un buon lavoro, ma oggi i turisti vogliono viaggiare in modo veloce e comodo».
La Meloni è quindi intervenuta anche sul tema dell'immigrazione: «La solidarietà con l’immigrazione irregolare non c'entra niente. Dicono che gli immigrati fanno i lavori che gli italiani non vogliono fare. E’ falso: è a condizioni che gli italiani non vogliono fare. Immettere centinaia di miglia di disperati nel mercato del lavoro è un modo per creare competizione a ribasso tra lavoratori. Ecco perché l’immigrazione illegale di massa è finanziata dalla grande speculazione: è uno strumento nelle mani dei poteri forti. Ma se si prova a fare questo ragionamento dicono che siamo dei mostri».
«Perché chi ci attacca deve dire che siamo dei mostri e che facciamo paura? Perché – ha spiegato il presidente di FdI – se ci dipingono così non sono più tenuti a risponderti. E’ il loro modo di scappare dal confronto perché sanno come rispondere ai problemi e alla domande che tu poni. Come diciamo che il tema dell’immigrazione e dei profughi non si possono mescolare, perché sono materie completamente diverse. Le foto delle donne e dei bambini ucraini non vi sembrano diverse di quell'immagine di uomini soli in età da lavoro che stipavano i barconi che arrivavano da noi? E io – ha sottolineato – è da un decennio che dico che è difficile che scappino da una guerra, perché dalla guerra scappano donne e bambini, non gli uomini. Era un racconto voluto e forzato. COPYRIGHT LASICILIA.IT © RIPRODUZIONE RISERVATA