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M5S, Di Paola coordinatore regionale: scelta di Conte e vittoria di Cancelleri

 Fra contentini e compromessi, è scontro sui referenti provinciali. I vincitori e le sfide aperte

Di Mario Barresi |

Nuccio Di Paola sarà il coordinatore regionale dei cinquestelle. Dopo mesi di silenziosa lentezza, nelle ultime 48 ore c’è stata una brusca accelerazione scandita da decine di frenetiche consultazioni. E poi una rapida “istruttoria” (curata dal deputato messinese Francesco D’Uva, componente del comitato nazionale per i rapporti territoriali), al termine della quale Giuseppe Conte sta per incoronare il capogruppo dell’Ars capo politico in Sicilia. E sta anche per indicare – con rivolte in corso e veleni all’orizzonte – i nove referenti provinciali, più uno per Palermo città. Una nuova mappa del potere, che,  fra contentini e compromessi, fotografa un M5S spaccato almeno in due.

La designazione “dall’alto” di Di Paola, senza passare dal voto online degli attivisti invocato dall’eurodeputato Dino Giarrusso, ha un preciso significato per gli equilibri siciliani: vince la linea di Giancarlo Cancelleri.

A sedersi al tavolo con gli alleati, infatti, sarà un fedelissimo del sottosegretario. Scartata l’ipotesi della “papessa straniera” (girati i nomi delle ex ministre Lucia Azzolina e Nunzia Catalfo e della sottosegretaria Barbara Floridia), Conte dimostra comunque di aver accolto la richiesta del gruppo dell’Ars, che ha sempre rivendicato la nomina di «uno di noi». L’unica vera alternativa a Di Paola era il messinese Antonio De Luca, che aveva dato spazio al collega come capogruppo proprio in prospettiva di giocarsela da referente regionale. Ma anche stavolta ha vinto Di Paola, che ora dovrebbe ritirare, come annunciato ai suoi colleghi, la disponibilità a correre alle primarie. In campo, a questo punto, resta il deputato regionale Luigi Sunseri, sostenitore, statuto alla mano, che anche lo stesso Giarrusso sarebbe incandidabile. E il neo-coordinatore, magari, d’ora in poi potrà rivestire il ruolo di uomo-assist per Cancelleri, che non a caso s’era defilato da un po’ dalla contesa per diventare referente. Conte ha l’immagine di un gruppo dell’Ars granitico, anche se c’è chi sussurra che «Nuccio ha dalla sua parte non più di otto deputati su quindici». E ciò nonostante l’accorato appello rivolto al leader in un recente vertice su Zoom. «Caro Giuseppe, vogliamo notizie sul terzo mandato», avrebbe detto Di Paola sottolineando «la necessità di non disperdere, nella campagna elettorale per le Regionali, un patrimonio di esperienza e di consensi maturato negli ultimi dieci anni». Fredda, però, la reazione di Conte.  Ma è soprattutto sulla scelta dei referenti provinciali che le due anime siciliane del M5S si scontrano. Tant’è che alcune caselle, fino a ieri sera, presentavano ancora coppie (o terne) di aspiranti.

A Palermo s’è  sdoppiato il ruolo: per la città è certa la scelta di Steni Di Piazza, uno dei deputati del blitz con Franco Miceli da Conte; sul referente provinciale sembrava quasi fatta per il deputato regionale Salvo Siragusa, gradito a Cancelleri, prima che a Roma arrivasse una lettera con una sessantina di firme a sostegno del collega Giampiero Trizzino. A Messina e a Catania il leader ha provato con la logica del premio di consolazione per gli aspiranti delusi: De Luca ha accettato, Giarrusso no. Per l’eurodeputato si profila la proposta di un ruolo da coordinatore di una struttura nazionale sulle Isole, mentre sotto il Vulcano la sfida è adesso fra la deputata regionale Gianina Ciancio e Pippo Purpora ex sindaco di Grammichele gradito a Cancelleri. Giochi fatti, invece, a Siracusa (referente il deputato nazionale Paolo Ficara, lanciato dal doppio rifiuto di Stefano Zito e Giorgio Pasqua), a Trapani (il sindaco di Alcamo, Domenico Surdi, in vantaggio sul senatore Vincenzo Santangelo) ed Enna (il deputato Andrea Giarrizzo supera il senatore Fabrizio Trentacoste). Ad Agrigento dovrebbe spuntarla l’ex capogruppo Ars, Giovanni Di Caro, ma regge ancora l’ipotesi del deputato nazionale Filippo Perconti. I derbypiù infuocati sono a Ragusa e a Caltanissetta. In terra iblea sarebbe scontata la nomina dell’unica deputata regionale, Stefania Campo. Ma gli anti-Cancelleri ribattono con l’ex sindaco Federico Piccitto, nemico giurato di Campo, che resta favorita. A Caltanissetta, provincia-trampolino di Cancelleri, i beninformati davano il sindaco Roberto Gambino come predestinato, ma in lizza c’è ora la gelese dell’Ars Ketty Damante, vicina a Sunseri; fra i due litiganti potrebbe godere il più equidistante deputato nazionale Dedalo Pignatone.          

La nomina di Di Paola, comunque, è un punto fermo per le Regionali: il M5S non ha più alibi con gli alleati che spingono per il «tavolo delle regole» sulle primarie per il candidato governatore del centrosinistra. Il futuro coordinatore ha già sentito, in modo informale, il segretario regionale dem, Anthony Barbagallo. Rinfacciandogli che «scelte così importanti non si fanno in un pranzo a tre», con riferimento all’incontro con Peppe Provenzano e Claudio Fava a cui è seguita la gelida reazione di Conte, a sua detta ignaro dell’operazione. Di Paola   avrebbe però rassicurato Barbagallo: nessuno strappo sulle primarie, «ma ora come farle lo decidiamo tutti assieme». Il deputato gelese, del resto, ha in testa un suo modello, illustrato a La Sicilia negli scorsi giorni: quello «all’americana», in cui «tutti i candidati si confrontano sui territori con il responso del voto per ogni tappa e la possibilità, per chi è indietro nei risultati, di ritirarsi e appoggiare un altro candidato». Per Di Paola «non siamo in ritardo per fare poco più di  una decina di incontri in tutta la Sicilia, creando entusiasmo e soprattutto cercando un vaccino contro l’astensionismo, che rischia di superare l’oltre 50 per cento di cinque anni fa».

Questa idea, assieme a tanti nodi aperti, verrà discussa già dalla prossima settimana. Ieri i vertici regionali del Pd  hanno fatto il punto al Nazareno sul dossier Sicilia. In primo piano le strategie per Palermo e Messina, ma s’è parlato anche di Regionali e di primarie, per le quali qualche azzeccagarbugli dem s’è già premurato di acquisire informazioni sulla piattaforma usata per scegliere il candidato sindaco a Roma. «Noi siamo pronti», scandisce Barbagallo. Che conferma «la piena disponibilità a un percorso di regole condivise con il M5S». Si parte, finalmente.  Twitter: @MarioBarresiCOPYRIGHT LASICILIA.IT © RIPRODUZIONE RISERVATA


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