Politica
M5S all’Ars, Di Caro nuovo capogruppo, ma insorge Marano: «Basta maschietti alfa»
È Giovanni Di Caro il nuovo capogruppo del M5S all’Ars. Secondo la consueta turnazione interna al gruppo, scatta l’avvicendamento alla guida della pattuglia di deputati 5stelle a Palazzo dei Normanni. A partire dal primo gennaio del prossimo anno a coordinare i deputati all’Ars sarà il deputato favarese, con la collaborazione di Gianina Ciancio, eletta vicecapogruppo. Di Caro subentra a Giorgio Pasqua.
Ma all’interno del gruppo M5S è polemica aspra. «Gli elettori siciliani del M5S nel 2017 hanno scelto con il loro voto otto parlamentari regionali donne e dodici uomini. Il Movimento 5 Stelle è il gruppo parlamentare che ha eletto più donne in Assemblea regionale siciliana, ma allo stesso tempo queste vengono umiliate nel loro ruolo e nella loro dignità, infatti, le donne non vengono pensate e scelte nei ruoli chiave» ha detto la deputata regionale Jose Marano, commentando l’elezione del nuovo capogruppo M5S a Palazzo dei Normanni. «Da quando mi sono insediata, dopo la parantesi della mia collega Valentina Zafarana come capogruppo (la cui gestione ritengo sia stata la migliore di questi anni), è toccato poi a Francesco Cappello, Giorgio Pasqua e per l’anno prossimo Giovanni Di Caro, diventa matematica il fatto che dopo Di Caro il gruppo ha già scelto un altro uomo – sostiene Marano – Ciò avviene nonostante l’impegno preso dal gruppo parlamentare dopo l’elezione di Giorgio Pasqua. In quella occasione era stato infatti deciso che il prossimo capogruppo sarebbe stata una donna al primo mandato. Evidentemente al maschietto alfa di turno la cosa non andava bene».
«Gli elettori hanno scelto molte donne del Movimento per essere rappresentati all’Ars ma è il Movimento stesso che sembra non essersene accorto. Duole sottolineare che anche in seno al consiglio di presidenza le donne del Movimento 5 Stelle non sono state considerate, infatti dopo l’insediamento furono proposti ed eletti Giancarlo Cancelleri vicepresidente dell’Assemblea, Salvatore Siragusa deputato questore, Stefano Zito deputato segretario». Marano insiste: «Abbiamo donne eccellenti del Movimento 5 Stelle con ruoli di alto profilo come la sindaca Virginia Raggi, la sindaca Chiara Appendino, la ministra Azzolina considerata fra le 110 donne più importanti del 2020, e ancora, Giulia Grillo ex ministro della sanità, Nunzia Catalfo ministra del Lavoro che ha messo su carta il provvedimento principe delle azioni di governo, Laura Castelli vice ministro all’economia che ricordo è dell’’86. La scelta politica alle ultime elezioni europee di Luigi Di Maio è stata quella di posizionare come capolista 5 donne eccellenze della nostra nazione». «Con quest’atto viene meno la parola presa, io non denuncio per le pari opportunità ma per le pari dignità – attacca – Da anni porto avanti battaglie per la piena parità, durante questa legislatura ho presentato un disegno di legge per la parità salariale e faccio parte di un gruppo parlamentare che stenta ad attribuire alle donne ruoli di responsabilità. È un paradosso per me inaccettabile».
«Dispiace leggere il comunicato della collega Marano, che attacca il proprio gruppo parlamentare per la scelta del capogruppo. Scelta presa, tra l’altro, quasi all’unanimità, al punto che non è servito neppure votare, proprio perché si è giunti a scegliere Di Caro per via delle qualità dallo stesso espresse in questi anni, dopo ampia e compiuta analisi dei profili presenti all’interno del gruppo. Senza entrare nel merito delle motivazioni alla base comunicato stampa della collega, si desidera semplicemente evidenziare che il gruppo del M5S ha sempre posto alla base delle sue scelte il merito e non il sesso e proprio per questo spesso sono state individuate donne per ricoprire alcuni ruoli, e proprio per questo riteniamo ingiustificabile la reazione della collega, che con la sua nota stampa getta discredito su un intero gruppo parlamentare, incluse le sue colleghe deputate». Lo scrive in una nota il gruppo parlamentare del M5S all’Ars «Arrivare a ipotizzare ragioni sessiste alla base della nomina a capogruppo – aggiunge la nota – è assolutamente distante anni luce dal nostro modus operandi. Abbiamo avuto, e abbiamo, tantissime donne in ruoli chiave nel Movimento: ministre, sindache, deputate e consigliere. Abbiamo avuto donne anche alla guida del gruppo parlamentare di cui lei fa parte, e tutte sono arrivate ad occupare i posti che occupano, o che hanno occupato, per riconosciuti meriti e capacità, non perché donne».COPYRIGHT LASICILIA.IT © RIPRODUZIONE RISERVATA