Palermo – Anche due parlamentari regionali catanesi alla seconda giornata della Leopolda a Palermo. Luca Sammartino e Valeria Sudano, ex articolo 4 e oggi Pd stanno partecipando ai lavori della kermesse politica aperta ieri pomeriggio dal sottosegretario all’Istruzione Davide Faraone e dal sosttosegretario alla Presidenza Luca Lotti.
«Personalmente mi ritrovo nel Pd – asserisce Sammartino – la linea di grande impulso e cambiamento di Davide Faraone è quella che mi ha spinto a guardare al progetto di Renzi. Certo è un partito che contiene tante sensibilità al suo interno, alcune anche un pò confuse, purtroppo c’è una parte della sinistra che gioca a demolire quello che un’altra parte sta cercando di costruire». Classe ’85, il deputato siciliano,
prima eletto nell’Udc, è confluito un anno fa nelle fila del Pd dopo aver aderito al movimento ‘Articolo 4’ fondato da Lino Leanza. Persa l’elezione a capogruppo del Pd all’Ars, assicura di non esserci rimasto male, anzi: «Ho scelto io di fare un passo indietro per una collega (Alice Anselmo, ndr) che ha vissuto il mio stesso progetto politico cioè l’ingresso del movimento Articolo 4 – dice – .Per me è stata piuttosto una grande vittoria del Pd che finalmente ha allargato i suoi orizzonti, abbattendo certi totem ideologici. Fino a due anni fa sarebbe stato impensabile far ricoprire cariche così importanti a un non eletto nel Pd. Questo è l’esempio da seguire».
Sammartino dissimula le critiche di trasformismo piovute addosso: «Io sono nato a fianco della sinistra, perché sono stato eletto nell’Udc in coalizione con il centro sinistra. Quale cambio casacca? Il movimento Articolo 4 ha sostenuto solo candidature del Pd alle amministrative e alle europee».
Anche Valeria Sudano è arrivata nel Pd lo scorso anno. «Ho scelto il progetto politico che più mi faceva sentire a casa, il mio non è stato un cambio di casacca. Purtroppo in Sicilia siamo ancora considerati dei corpi estranei al Pd». «Fortemente convinta della politica del fare di Renzi contro vecchie ideologie superate», Sudano mostra dispiacere per essere finita per questa sua scelta «nel tritacarne e nella macchina
del fango, ma in questo passaggio ho creduto tanto», dice. «Nessuno vuole stravolgere il Pd, snaturarlo o non rispettare il suo codice etico, abbiamo grande rispetto per chi lo ha costruito, ma non accettiamo patenti di moralità da quella parte della sinistra abituata a salire sul piedistallo e dare lezioni agli altri. Non credo che provenire da un’esperienza diversa significhi avere una moralità inferiore rispetto agli altri. La politica è confronto, ma capisco che ad alcuni convenga chiamarci dei cambia casacca, è più facile».
Per Sudano in Sicilia “in molti la pensano come Cuperlo, ci sono tanti conservatori, ma preferisco non fare nomi”. E sul governo Crocetta: «Il governo quater segna un cambio di passo, anche se in questi tre anni si è andati a rilento, si potevano fare molte più cose, abbiamo davanti due anni per recuperare. Spesso ci si nasconde dietro l’autonomia a statuto speciale, invece ritengo che la rigidità di Baccei tanto criticata abbia dato la possibilità di intervenire in alcuni settori importanti». Interpellata però nel merito della linea di governo dettata da Crocetta, di fronte alla domanda se ci fosse un provvedimento che l’ha resa orgogliosa della scelta fatta, Sudano non nasconde un pò di imbarazzo e allarga le braccia. «Personalmente – conclude – ho scelto di fare un percorso nel centrosinistra, non ho scelto Crocetta. Ma lo appoggio per disciplina di partito, perché faccio parte del Pd».