Palermo. Denuncia «l’ostruzionismo da parte di grosse lobby» e tira le orecchie ai gestori pubblici degli aeroporti siciliani, rei di «interventi finora poco incisivi». Per l’assessore regionale al Turismo, Anthony Barbagallo, il caro tariffe «non è dovuto solo dal libero mercato». C’è di più. Allo stesso tempo però, l’esponente della Giunta Crocetta non nasconde gli insuccessi collezionati dalla politica nella battaglia per calmierare i prezzi delle compagnie aeree.
La “madre” di tutte le battaglie è quella sul finanziamento della continuità territoriale: in ballo ci sono 20 milioni che però il governo nazionale non ha ancora “sganciato”. La continuità territoriale è un diritto per i siciliani che, in materia di trasporti, devono fare i conti con le difficoltà dovute all’insularità e per di più sono vessati da tariffe aeree sempre più alte. Che non trovano corrispondenza in altre parti d’Italia e sono addirittura più basse rispetto a chi si muove dalle principali capitali europe
«Chi viene da fuori – sottolinea Barbagallo – riesce a spuntare tariffe più vantaggiose perché c’è una grossa domanda per mete turistiche come la Sicilia e quindi le compagnie aeree vendono più voli. Il che è un bene per il nostro turismo».
L’altra faccia della medaglia invece riguarda direttamente i siciliani che devono raggiungere il “continente”. Finora non si è riusciti, attraverso la continuità territoriale, a frenare i prezzi. Anche i predecessori di Barbagallo hanno tentato intese e accordi vari – il governatore Crocetta ha fatto persino pressing sul premier Renzi – ma senza esito. «Un problema antico – prosegue l’assessore al Turismo – qualcosa ora si sta muovendo. Lo scorso mese si è tenuta una conferenza di servizi: la Sicilia dovrebbe avere da Roma 20 milioni per l’abbattimento del costo dei biglietti aerei, sia per chi risiede nelle isole minori sia per scopi sociali. Una volta incassati i fondi si dovranno mettere a bando le tratte, che andranno al miglior offerente. Pensiamo ad esempio alla Comiso-Milano e alla Trapani-Roma».
In passato con le compagnie, ad esempio l’Alitalia, la Regione ha fatto degli accordi di co-marketing: sponsorizzazioni in cambio di prezzi più vantaggiosi per i siciliani. Oggi non basterebbe. «Nel settore c’è un assetto immobilizzato» conclude Barbagallo, lanciando la stoccata finale: «Mi domando cosa abbiano fatto finora le società pubbliche di gestione dei nostri scali. Sono loro in primis che dovrebbero battere i pugni con le compagnie aeree».