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L’Ars ha approvato la riforma

L’Ars ha approvato la riforma: In Sicilia l’acqua torna in mani pubbliche

Gli Ato portranno assegnare al gestione a una società pubblica

Di Redazione |

In Sicilia l’acqua torna in mani pubbliche. L’Assemblea regionale siciliana questa sera ha approvato l’intero articolato della riforma che prevede nove Ambiti territoriali ottimali (Ato) che potranno assegnare la gestione del servizio a una società pubblica, mista o anche ai privati in caso di offerta vantaggiosa. Manca solo il voto finale al testo, che dovrebbe arrivare comunque prima della chiusura della seduta parlamentare.

L’aula infatti è stata sospesa per consentire la riunione della commissione Attività produttive che sta esaminando il disegno di legge, approvato pochi minuti fa dal governo Crocetta, per arginare il fenomeno della proliferazione dei cinghiali, ddl messo a punto dopo la morte del pensionato di 77 anni aggredito da un branco di animali sulle Madonie. La riforma dell’acqua contiene alcune norme di “solidarietà” come la garanzia di un quantitativo “minimo vitale” di 50 litri al giorno per i cittadini morosi e un fondo di sostegno per il pagamento delle bollette delle famiglie meno abbienti.

L’acqua che non può essere utilizzata per fini alimentari avrà una tariffa scontata del 50%, come prevede un emendamento del governo Crocetta, votato dall’aula. Per quanto riguarda la gestione, la riforma tende a incentivare l’affidamento al gestore pubblico: innanzitutto è la stessa assemblea dell’Ato a scegliere il proprio modello gestionale, che comunque va individuato attraverso procedure di evidenza pubblica. In secondo luogo il ricorso a privati è possibile solo nel caso si dimostri più conveniente rispetto a quello pubblico.

Scompaiono poi, rispetto al passato, le convenzioni pluridecennali: ogni affidamento potrà durare un periodo non superiore a nove anni. In caso di interruzione del servizio per più di quattro giorni ad almeno il 2% del bacino, il gestore privato andrà incontro a una maxi-sanzione compresa fra i 100 e i 300 mila euro per ogni giorno di interruzione, e alla possibilità di risoluzione del contratto. La riforma garantisce gli attuali livelli occupazionali.

L’emendamento sull’acqua non potabile 

L’acqua che non può essere utilizzata per fini alimentari avrà una tariffa scontata del 50%: lo prevede un emendamento all’articolo 13 del disegno di legge sulla ripubblicizzazione dell’acqua in discussione all’Assemblea regionale siciliana, proposto dal presidente della Regione siciliana Rosario Crocetta, presente in aula. «È inaccettabile fare pagare a “prezzo pieno” acqua che non solo non è potabile, ma non può neppure essere usata per cucinare», aveva detto Crocetta, presentando questo emendamento. Il governatore ha applaudito in aula al momento dell’approvazione dell’emendamento.COPYRIGHT LASICILIA.IT © RIPRODUZIONE RISERVATA