Il (lungo) caffè, a Fiumedinisi, è stato un rito di passaggio. Una prima occasione per incontrarsi, dopo segnali di stima reciproca trasmessi per interposte persone, ma già subito un modo per capire se si può fare strada assieme.
Di fronte due interlocutori in apparenza distanti anni luce. Il padrone di casa, Cateno De Luca, tutto genio e sregolatezza, e l’ospite tanto atteso, l’ex eurodeputato Giovanni La Via. Che poi, per dirla tutta, è la pazza (ma fino a un certo punto) idea di “Scateno” per Palazzo degli Elefanti. «Caro Giovanni, per noi sei il sindaco ideale. Se ci stai – è il senso della proposta – ti lanciamo, al momento giusto, ma non come nome di parte: una candidatura di alto profilo offerta a tutta la città. Chi vuole starci, ci sta. E saranno in molti, te lo assicuro…». La risposta del direttore generale dell’Università s’è limitata a un attento, e in parte lusingato, ascolto. E alla richiesta di «un po’ di tempo». Per rifletterci su, certo, ma anche per capire un po’ meglio lo scenario delle amministrative di primavera. La Via non è il tipo che si tuffa in facili avventure. L’ultima, della quale magari s’è pentito, è il ticket da vice designato di Fabrizio Micari, il “perdente di successo” immolato dal centrosinistra alle Regionali del 2017. Una scelta all’epoca voluta (e imposta) da Angelino Alfano, prima che per le pecorelle di Ncd saltassero la staccionata per tornare, quasi tutte, nel gregge del centrodestra. D’allora in poi, tranne qualche afoso rumors come «moderato alternativo a Musumeci» la scorsa estate (l’unica controindicazione di Gianfranco Miccichè: «Però è un altro catanese!»), La Via s’è tirato fuori dall’agone. Ricoprendo il ruolo di vertice amministrativo dell’Ateneo.
Sarebbe disposto a lasciarlo per correre da sindaco? Difficile ipotizzarlo, se fosse “soltanto” il candidato di De Luca. Ma il piano è diverso. «Questo è il nome che spariglia il quadro – va ripetendo il leader ai suoi colonnelli etnei – perché La Via è un ottimo amministratore e ha anche capacità politica. E, dopo aver fatto di tutto, dall’assessore regionale allo scranno a Bruxelles, farebbe il sindaco al meglio, senza usare la carica come trampolino per andarsene altrove, come tanti altri». Ma basterà lo standing di La Via, molto stimato dal terzopolista Giuseppe Castiglione e non solo, a mettere in crisi il centrodestra che già sogna un altro super tecnico (l’ex prefetto Claudio Sammartino, orientato al «no, grazie») e comunque pronto al derby fra FdI (in lizza Ruggero Razza, Sergio Parisi e Giacomo Bellavia) e la Lega con Valeria Sudano già lanciata dal Capitano? Riuscirà «il Professore» (di Agraria) a stuzzicare i moderati del fronte giallorosso che prova a risorgere sotto il Vulcano con Emiliano Abramo garante? E convincerà Enzo Bianco a non salpare per una (temuta) rotta civica subito dopo Sant’Agata? I prossimi giorni ci daranno queste risposte. E tante altre. Soprattutto la più importante: se La Via accetterà la proposta di quel diavolo d’uno “Scateno”.
Twitter: @MarioBarresi