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La pazza idea di Rosario che provoca il Pd: «Si candidi Gucciardi, il “Micari politico”»

Di Mario Barresi |

E adesso che si fa? Crocetta, pubblicamente in conferenza stampa, ha ribadito le richieste (legittime) avanzate al segretario regionale del Pd: «Primarie o io mi ricandido e caccio gli assessori». Quest’ultima minaccia, con lo scenario di un governo del presidente, non preoccupa più di tanto i dem. «La delegazione saremmo noi a ritirarla». L’idea, semmai, terrorizza un paio di assessori in carica, già in campagna elettorale. Ma al voto mancano nove settimane e mezzo: una distanza simbolica per spogliarsi (Kim Basinger, Dio l’abbia in gloria, non ce ne voglia…) di ogni ipocrisia. Una nudità che imbarazza.

Già, perché il punto è un altro. Come disinnescare Crocetta? «Di sicuro non ci fa vincere da candidato, ma ci farà perdere da avversario», è la riflessione emersa durante l’ultima segreteria regionale del partito. Raciti, anche dopo l’ultima sfida del governatore, continua a ripetere: «Fino all’ultimo minuto lavorerò per una coalizione più ampia possibile con Crocetta dentro per dare un contributo vero, nel rispetto del suo ragionamento politico e senza alcuna logica di scambio».

Sarà pure vero. Ma con Fabrizio Micari già candidato (qualcuno, nel Pd, non ha gradito la sua conferenza stampa convocata prima della segreteria del partito) e Crocetta più che mai in campo, si deve per forza di cose parlare anche di quella che qualcuno definisce «una buonuscita più che dignitosa» al presidente impresentabile. E qui si entra nel terreno dei rumors. Chi chiede cosa, chi offre cosa? La migliore delle ricompense possibili per Crocetta – dicono – sarebbe un posto di sottosegretario. Subito, nel governo di Paolo Gentiloni. Magari – scenario utopico di qualcuno – con dimissioni anticipate del governatore, che riazzererebbero qualsiasi termine di incandidabilità riaprendo molti giochi. Ipotesi, quest’ultima, smentita da diverse fonti. Magari l’offerta c’è stata o ci sarà, ma Rosario a Roma non vuole andare. Meno che mai con l’onta delle dimissioni, nemmeno se sul piatto dovessero aggiungere una deroga al limite dei mandati parlamentari per il suo spin doctor Beppe Lumia, non più candidabile in Parlamento nel 2018, secondo le regole del Pd.

E allora – bocciato il «ticket Micari-Crocetta» coraggiosamente lanciato da Giovanni Panepinto – la soluzione, fra le righe, potrebbe sussurrarla proprio chi impersona il problema. Crocetta ha qualche idea su chi potrebbe essere il candidato al posto suo. «Non certo Micari, che è il perfetto sconosciuto per perdere», s’è sfogato. No al rettore. Sul quale anche altri, nel Pd, mugugnano: «Andava bene con il campo largo, ma ora che i bersaniani hanno scelto Fava, che senso ha?». Troppo tardi per tornare indietro, anche se Crocetta ci spera ancora, addirittura senza strappi. E ha un nome in tasca. Non più il presidente del Parco dei Nebrodi, Giuseppe Antoci. «Candidiamo Baldo Gucciardi, che è un “Micari politico”, lasciando il rettore come suo vice», avrebbe detto Rosario ai pochi big del Pd con cui ha buoni rapporti. Non ricevendo risposta sull’ipotesi dell’assessore (renziano?) alla Salute.

Le primarie sono davvero impossibili? Qualcuno, nel Pd, ne parla ancora. Ma sottovoce. Un influente emissario del governatore insiste: «Facciamole, con Micari e Crocetta. Ma ci sta anche Giovanni La Via». Quest’ultimo, prima di spegnere il telefono sull’aereo da Bruxelles a Roma, smozzica: «Primarie? Se mai si dovessero fare, noi non ci tireremo indietro. Ma tanto non si faranno mai…». Un sollievo o un rimpianto?

Twitter: @MarioBarresi

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