Notizie Locali


SEZIONI
Catania 24°

Politica

La nuova manovra antivirus: decreto da 40 miliardi, garanzie per chi investe in Italia

Di Serenella Mattera - Silvia Gasparetto |

ROMA – Nel fine settimana il decreto per una garanzia da circa 200 miliardi per le imprese medio grandi. Poi entro Pasqua un nuovo decreto, che potrebbe arrivare anche a 40 miliardi con misure a sostegno di sanità, aziende, lavoratori, enti locali e famiglie: oltre 60 miliardi in totale se si sommano alle misure del decreto Cura Italia.

La nuova «manovra» anti Coronavirus prende forma in un susseguirsi di riunioni di maggioranza e con l’opposizione. Il governo si impegna a prorogare la cassa integrazione, rinviare le tasse, finanziare i primi ristori, aumentare il bonus per gli autonomi e aiutare chi non ha reddito.

Le richieste dei partiti sono tantissime e gli spazi di manovra, avverte Gualtieri, «non illimitati». Si attende di capire in concreto che aiuto arriverà dall’Ue, per non caricare tutto il peso sul debito italiano. Ma l’ipotesi, cui ha aperto il premier Giuseppe Conte, che una parte dei contributi arrivi attraverso il Mes torna ad alimentare tensioni con il M5s e con l’opposizione, Lega in testa.

Il decreto per garantire liquidità alle imprese sarebbe dovuto arrivare in Consiglio dei ministri venerdì ma il testo non è pronto: il Cdm dovrebbe riunirsi tra sabato e domenica e, a mercati chiusi, potrebbe anche vagliare l’annunciato rafforzamento del golden power in difesa delle aziende italiane.

In una riunione con l’opposizione Gualtieri annuncia che il decreto sulla liquidità aggiungerà una garanzia per circa 200 miliardi di credito, fino al 25% del fatturato, per le imprese a partire da quelle medie e grandi: un ombrello che si aggiunge ai 100 miliardi garantiti dal fondo centrale di garanzia, che verrà ulteriormente rafforzato e semplificato, e ai 290 interessati dalla moratoria. In totale «più della Francia», afferma: oltre 500 miliardi. Con la novità che sarà messo nero su bianco il divieto di distribuire dividenti e l’obbligo di operazioni legate al territorio italiano. Non basta, secondo Iv: «Vanno considerate anche le partite Iva, commercianti, artigiani, e garantire loro liquidità usando come riferimento il fatturato dell’anno precedente», spiega Ettore Rosato.

Raggiungere sulle misure il consenso più ampio possibile è l’obiettivo dichiarato dal governo, tanto che una nuova riunione con l’opposizione viene convocata per venerdì sera. Anche sul fronte europeo il premier Conte, mentre vede aumentare il consenso europeo, vorrebbe muoversi con la spinta concorde del mondo politico italiano. E concorde è il sostegno agli Eurobond, così si legge tra le righe delle reazioni bipartisan di plauso alla lettera con cui Ursula Von Der Leyen chiede scusa per la mancanza di una reazione europea nelle prime fasi di emergenza. Ma emergono crepe quando si tocca il tema Mes: Conte ha aperto all’utilizzo del fondo senza condizionalità, ma il M5s ribadisce la sua contrarietà col ministro Stefano Patuanelli. «Non si parli più di Mes», avverte Matteo Salvini.

Quanto alla collaborazione sulle misure economiche, il tentativo in atto è convincere le opposizioni a ritirare gli emendamenti al decreto Cura Italia, recependo invece alcune proposte nel decreto di aprile. Subito in Senato potrebbero arrivare rimborsi per le rette degli asili nido, così come uno ‘scudò per i medici e infermieri dai rischi di cause per il lavoro svolto nell’emergenza. Nel nuovo decreto sono attese misure per la casa, reddito di emergenza e aumento dell’indennità per gli autonomi, insieme a un nuovo pacchetto per gli enti locali, per l’agricoltura e il turismo.

Arrivano intanto dal Mit 46 milioni che le Regioni potranno distribuire ai Comuni per quegli inquilini che hanno subito sfratti per morosità incolpevole (anche gli sfratti sono sospesi al momento). Mentre l’Arera, dopo la proroga delle misure restrittive per contenere l’epidemia al 13 aprile, sposta a quella data il blocco già attuato in queste settimane del distacco di luce, acqua o gas per morosità. Sul fronte degli affitti stavolta di bar, ristoranti e negozi, l’esecutivo sta anche pensando al «modello Francia», come ha spiegato il viceministro Laura Castelli, cioè a incentivi ai proprietari di immobili che abbasseranno gli affitti, per dare ossigeno a chi è costretto a tenere chiuse le saracinesche.COPYRIGHT LASICILIA.IT © RIPRODUZIONE RISERVATA