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La Corte dei Conti “sospende” il giudizio sul rendiconto 2021 della Regione. Schifani: «Decisione incomprensibile e senza effetti»

Ora si aspetta una decisione della Corte costituzionale

Di Redazione |

I giudici della sezione di controllo della Corte dei Conti, accogliendo la richiesta della procura generale, hanno sospeso il giudizio di parifica del rendiconto della Regione Siciliana per il 2021, rinviando alla sentenza della Corte Costituzionale sulla questione di legittimità costituzionale sollevata nel decorso giudizio di parificazione per l’esercizio 2020. La Suprema Corte deve pronunciarsi sui tempi di ripiano del disavanzo 2018. Secondo i giudici contabili, la Regione avrebbe dovuto ripianare il disavanzo in tre anni, secondo il governo regionale in 8 anni sulla base della legge dello Stato approvata l’anno scorso.

«La sentenza relativa al rendiconto del 2021, seppur incomprensibile e non condivisibile, è priva di effetti finanziari e infondata sotto il profilo giuridico – ha detto il presidente della Regione Renato Schifani – La sospensione della parifica, a causa della pendenza di un giudizio di costituzionalità, in ordine all’articolo 7 del decreto legislativo 158 del 2019, appare poco coniugabile con la successiva norma primaria ex articolo 1 comma 841 Legge 147/22, invocata dalla stessa Corte dei conti, per il ripiano pluriennale del disavanzo del rendiconto del 2018 – aggiunge – La nuova legge ha, infatti, superato la norma impugnata dalla Corte. Malgrado ciò, la Regione continuerà ad essere impegnata nel percorso già intrapreso, di risanamento della finanza pubblica, tra l’altro oggi ricordato dallo stesso organo di controllo».

Cosa ha detto la Procura

Disco verde al conto di bilancio con alcune eccezioni per presunte irregolarità, no alla parifica dello stato patrimoniale e del conto economico ma soprattutto la richiesta di sollevare la questione di illegittimità costituzionale con riguardo al ripiano del disavanzo e, di conseguenza, sospendere il giudizio; in subordine sospendere il giudizio in attesa della pronuncia della Corte costituzionale sulla questione di legittimità costituzionale sollevata nel decorso giudizio di parificazione per l’esercizio 2020. E’ quanto aveva chiesto il pm, Maria Aronica, nella sua requisitoria nel corso dell’adunanza pubblica davanti ai giudici alle Sezioni di controllo della Corte dei Conti riunita a Palermo per il giudizio di parificazione del rendiconto generale della Regione siciliana per il 2021, alla presenza del governo Schifani. La Procura contabile ha insistito sulla questione relativa al disavanzo, già sollevata l’anno scorso per il rendiconto del 2020, e oggetto di un contenzioso in corso davanti alla Corte costituzionale che non si è ancora pronunciata. Per la Corte dei Conti la Regione avrebbe dovuto ripianare il disavanzo sorto nel 2018 e pari a 1 miliardo e 26,1 milioni di euro nei tre esercizi di bilancio successivi, mentre l’allora governo Musumeci (assessore all’Economia Gaetano Armao) spalmò il disavanzo in dieci anni, forte di un accordo con lo Stato, ma contestato dai giudici contabili perché firmato solo in seguito e comunque per i magistrati non risolutivo in quanto l’eventuale procedura doveva essere autorizzata da una legge dello Stato (tuttavia approvata l’anno scorso) e non con un patto amministrativo.

«Se nello schema di rendiconto la gestione di competenza dell’esercizio 2021 (in analogia alla gestione di competenza 2020) non genera nuovo disavanzo e registra un risultato positivo di euro 728.499.083,41, dall’analisi complessiva dei dati finanziari permangono i profili di criticità che ricadono sul recupero dell’ingente disavanzo proveniente dagli esercizi anteriori. Gli esiti del contraddittorio preliminare al giudizio, che si è svolto con l’approfondimento di tutti i profili finanziari dell’esercizio in esame, confermano la permanente sussistenza di aree gestionali sulle quali è necessario accelerare la già avviata e significativa collaborazione istituzionale tra la Corte dei conti e la Regione siciliana, in posizione di reciproca indipendenza discendente dalla diversità delle attribuzioni e delle competenze esercitate (C. cost. 184/2022), con specifico riferimento alle riforme strutturali (v. rif. dirigenza e società partecipate) ed alla spesa d’investimento nel contesto previsto dall’Accordo con lo Stato per il piano di rientro dal disavanzo e dal PNRR, il quale comprende il miglioramento dei servizi sanitari regionali a superamento degli evidenti deficit qualitativi documentati dal nuovo sistema di valutazione (NGS-Nuovo Sistema di Garanzia) elaborato dall’Agenas per la misurazione dei LEA e dai dati finanziari inerenti alla mobilità sanitaria cd. Passiva.»

La difesa di Schifani

«La richiesta avanzata dal procuratore generale della Corte di sollevare la questione di legittimità costituzionale, con riguardo al ripiano del disavanzo, e di conseguenza sospendere il giudizio, o, in subordine, di sospendere il giudizio in attesa della pronuncia della Corte Costituzionale sulla questione di legittimità costituzionale sollevata nel decorso giudizio di parificazione per l’esercizio 2020, appare del tutto infondata ed incoerente con il quadro normativo sopra richiamato». E’ quanto ha dichiarato il presidente della Regione, Renato Schifani, nel suo intervento all’adunanza pubblica della sezione di controllo della Corte dei Conti per il giudizio di parificazione del rendiconto della Regione per il 2021.

«Non intendo in questa sede entrare nel merito in ordine la questione di costituzionalità della norma di attuazione, attualmente al vaglio della Corte Costituzionale, rammentando tuttavia che la commissione paritetica prevista dallo statuto regionale ha già deliberato di abrogarla, in ossequio ai rilievi delle Sezioni riunite di codesta Corte e alla luce della novella legislativa introdotta dal legislatore nazionale con l’art. 1 commi 841 e segg. della legge n. 197 del 29 dicembre del 2022 – ha detto Schifani – Inoltre, l’ufficio legislativo finanze e l’ufficio legislativo economia del ministero dell’Economia e delle finanze hanno già reso i rispettivi favorevoli pareri sul disegno di legge di abrogazione proposto dalla commissione paritetica, già inviati a codesta Corte dei Conti, e pertanto questo sarà a breve oggetto di approvazione da parte del Consiglio dei ministri. La prossima abrogazione dell’articolo 7 del decreto legislativo 158/2019, oltre a fare chiarezza sul quadro normativo che disciplina le modalità di recupero del disavanzo dell’esercizio finanziario 2018, consentirà alla Regione di chiedere alla Corte Costituzionale di dichiarare la cessazione della materia del contendere».

Per il governatore «ne discende, pertanto, che, in ogni caso, la disciplina che, dalla data di approvazione del rendiconto della Regione dell’esercizio finanziario 2021, regola il recupero del disavanzo dell’esercizio finanziario 2018 non può che essere quella contenuta nell’articolo 1, comma 841, della legge 29 dicembre 2022, n. 197, norma primaria ritenuta necessaria da codesta Corte con la quale «a decorrere dall’esercizio 2023, la Regione siciliana è autorizzata a ripianare entro il limite massimo di otto anni il disavanzo relativo all’esercizio 2018 e le relative quote di disavanzo non recuperate alla data del 31 dicembre 2022, secondo le modalità definite con l’accordo tra il Ministro dell’economia e delle finanze e il Presidente della Regione siciliana sottoscritto in data 16 ottobre 2023».

Rapporto Disavanza/Pil al 4,3%

«Grazie all’operazione di risanamento finanziario, il nuovo rapporto tra disavanzo e Pil è divenuto tra i migliori d’Italia, passando nel 2023 dall’8,3% ad appena il 4,3%. Altro dato molto significativo riguarda i flussi di cassa. Alla data del 31 ottobre 2023 ha registrato un maggiore incremento in termini di pagamenti di circa 2 miliardi di euro rispetto al 31 ottobre 2022 e al 31 ottobre 2021. Per l’esattezza si è passati da poco più di 12 miliardi a oltre 14 miliardi di pagamenti». Così il presidente della Regione siciliana, Renato Schifani, intervenendo all’adunanza pubblica della sezione di controllo della Corte dei Conti per il giudizio di parificazione del rendiconto della Regione per il 2021.

Schifani ha aggiunto: «Il risanamento dei conti, che il mio governo sta perseguendo con determinazione, ha costituito motivo, sulla base di un leale confronto politico e tecnico, per pervenire alla sottoscrizione di un nuovo accordo di finanza pubblica con lo Stato il 13 ottobre scorso, in virtù del quale, a seguito dei primi risultati raggiunti, sono stati ridotti alcuni vincoli operativi rispetto alle azioni di risanamento da intraprendere ed è stato autorizzato lo sblocco dell’imprescindibile ricambio generazionale del personale, che consentirà la modernizzazione ed il rafforzamento dell’amministrazione regionale».

«A conferma del quadro di risanamento che si sta consolidando, in virtù degli sforzi intrapresi – ha sottolineato il governatore della Sicilia – va sottolineato che il rendiconto generale della Regione per l’anno 2022, già deliberato dalla giunta regionale ed attualmente al vaglio del Collegio dei revisori, presenta un ulteriore miglioramento del risultato di amministrazione pari a circa 2,140 miliardi rispetto al recupero del disavanzo del 2021, come emerge dal rendiconto oggi all’esame di codesto Collegio della Corte dei Conti. Anche le agenzie di rating stanno apprezzando positivamente le iniziative in corso di realizzazione, tanto che una delle più rilevanti ha di recente innalzato il rating di breve periodo della Regione, dopo un’attenta valutazione dei conti».COPYRIGHT LASICILIA.IT © RIPRODUZIONE RISERVATA