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La bocciatura dei magistrati contabili

La bocciatura dei magistrati contabili Crocetta: «L’imputato non può difendersi»

Baccei: «Emergenza c’è, ma lavoriamo a piano di rientro»

Di Redazione |

PALERMO – Il severo giudizio della Corte dei Conti siciliana sulle casse della Regione chiama necessariamente in causa il governatore Rosario Crocetta che sebbene sottolinei di sentirsi un imputato senza difesa, il realtà contrattacca scaricando molte colpe sul passato e sul governo centrale. «La Corte ci ha detto che i derivati non li abbiamo creati noi, che lo Stato ha tagliato i fondi Pac e una serie di altri finanziamenti che a fine anno 2014 ci ha impedito di trovare la copertura su diverse voci del bilancio» è l’arringa del presidente della Regione siciliana parlando con i giornalisti a margine del giudizio di parifica della Corte dei Conti sui documenti contabili del 2014. Poi, Crocetta ha detto: «Quando sono critico verso questa sottrazione di risorse sollevò un problema vero ma mi si dice che c’è l’ ho con Renzi e Faraone».   «Il giudizio della Corte dei Conti – ha aggiunto il governatore – si svolge ancora con un rito antico, perchè c’è’ la requisitoria del Pm, ma non si permette all’imputato di difendersi». Ai cronisti che facevano notare le critiche mosse dalla Corte sulla rotazione dei dirigenti: «Alcuni di questi dirigenti erano accusati di prendere tangenti, altri alla formazione deviavano i bonifici sui propri conti correnti. C’era la necessità di rompere un sistema». «Nell’ immediato ha creato qualche problema – ha detto – ma ne ha risolto altri, alla fine la spesa europea è stata fortemente incrementata. La verità è che i mancati trasferimenti dello Stato hanno creato un deficit per noi assolutamente imprevisto nella fase di bilancio a fine anno».   La bocciatura dei magistrati contabili non poteva non toccare poi l’assessore regionale all’Economia Alessandro Baccei. La Corte ha auspicato un piano di rientro triennale dal momento che il deficit ammonta a circa 8 miliardi di euro, da concordare con il governo centrale. E Baccei assicura: «Un piano di rientro triennale è quello che stiamo cercando di fare. Quest’anno stiamo lavorando sui 300 milioni di euro, che chiudono il bilancio 2015. Abbiamo fatto parecchie poste straordinarie che non potremo utilizzare l’anno prossimo nella stessa misura. Diciamo che l’emergenza per il 2016 diciamo è, se non maggiore, uguale al 2015. L’emergenza rimane».    Poi ai cronisti che chiedevano un commento sulla spesa sanitaria in Sicilia, che incide per il 46% sulla spesa totale della Regione e ammonta a 9 miliardi 800 milioni e ha fatto registrare un aumento di 615 milioni rispetto al 2013, Baccei ha detto: «Non mi occupo di spesa sanitaria, se ne occupa l’assessorato alla salute. Di fatto la sanità è in utile. Si può fare di meglio».

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