Lo Ius Italiae presentato ufficialmente da Antonio Tajani irrompe sulla scena politica alimentando una violenta bagarre nel centrodestra, con i militanti della Lega che a Pontida attaccano il ministro con striscioni e cori dove viene definito «scafista» e mandato a quel paese. Matteo Salvini interviene direttamente dal pratone scusandosi per l’accaduto ma non cambia la linea: «la legge sulla cittadinanza va bene così e non è una priorità», dice. Più morbido, ma comunque scettico, l’atteggiamento di Fratelli d’Italia.
«Noi diciamo che per essere italiani bisogna conoscere l’italiano, la storia italiana, la geografia, la costituzione e l’educazione civica – spiega il vicepremier e segretario di FI illustrando a Milano la proposta di legge sulla cittadinanza di Forza Italia – ecco perché diciamo che dopo dieci anni di scuola dell’obbligo condotta con profitto, puoi diventare cittadino italiano».
A Pontida, al tradizionale raduno della Lega, esplode il caso con i giovani miltanti che espongono lo striscione «Ius scholae in vista, Tajani scafista?» . Gli attivisti urlano anche
cori scandendo dei ‘vaffa…’, lanciando slogan come «noi siamo i giovani padani» e invocando a gran voce «secessione, secessione». Paolo Barelli e Maurizio Gasparri, presidenti dei deputati e dei senatori di Fi, parlano di «slogan volgari e frasi fatte di miserabile livello» e si dicono certi che «la dirigenza della Lega, una volta lette, prenderà le distanze da tali inqualificabili parole e non farà mancare il leale sostegno al segretario Tajani». Fulvio Martusciello, coordinatore regionale di Fi in Campania, denuncia anche «cori offensivi contro i meridionali».
Salvini attacca i contestatori di Pontida: «sono 4-5 scemi», dice dal palco e «chiede scusa a nome loro». «Tajani – aggiunge – è un amico e alleato: gli avversari non sono im maggioranza, ma fuori» e, conclude Salvini, «chi non l’ha capito, fuori dalle balle». Ma, puntualizza il leader della Lega, «la cittadinanza va bene così com’è» e «non penso sia l’emergenza degli italiani» e il suo partito, semmai, “presenterà una proposta di legge per toglierla a chi commette reati in Italia».
Più diplomatiche e improntate a cautela le reazioni di Fdi che ha riunito i parlamentari di Camera e Senato a Brucoli: “ogni gruppo è libero di presentare ovviamente le proprie proposte di legge: ci si confronterà, le si leggeranno e si vedranno se ci sono punti di convergenza o meno», dice il presidente del partito a Montecitorio, Tommaso Foti. «Potremo esprimere le nostre opinioni quando potremo vedere il contenuto: leggeremo e valuteremo», osserva il capogruppo a Palazzo Madama, Lucio Malan.
Si dicono favorevoli deputati e senatori del Pd: «non c’è più tempo da perdere, serve una nuova legge che renda la cittadinanza un diritto a tutti gli effetti, non una concessione dello Stato». E i Dem annunciano: «chiederemo una discussione urgente su questo testo». Opposta la valutazione di Riccardo Magi, segretario di Più Europa: «è un grande bluff, un peggioramento dell’attuale situazione, noi andiamo avanti con il referendum”.
Tajani si aspetta comunque che gli alleati «esaminino attentamente» la proposta dello ius Italiae: «l’abbiamo mandata prima a loro prima di presentarla», sottolinea.
La proposta di legge di Forza Italia introduce il nuovo concetto di Ius Italiae e prevede «che lo straniero nato in Italia o lo straniero che arrivi in Italia – si legge nel testo – entro il compimento del quinto anno di età, che risiede ininterrottamente per dieci anni in Italia e frequenta e supera le classi della scuola dell’obbligo, 5 anni elementari, 3 anni di medie, 2 di superiori, possa ottenere la cittadinanza italiana a 16 anni». «Finché è minorenne la richiesta deve essere fatta da un genitore. Se il genitore non esercita questa facoltà, il ragazzo potrà chiedere la cittadinanza al compimento del diciottesimo anno». La proposta modifica, riducendola, la possibilità di trasmissione della cittadinanza con lo ius sanguinis. «Ci sono tante truffe che ci preoccupano – spiega Tajani a Milano – ecco perché abbiamo deciso di ridurre l’albero genealogico. Vogliamo evitare le truffe sulla cittadinanza, non deve diventare un business perché è una cosa seria».
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