Dopo il fratello, spunta anche il padre del ministro dell’Interno, Angelino Alfano, nelle carte dell’inchiesta “Labirinto” portata avanti dalla procura di Roma. L’uomo, a quanto riferito nel corso di una conversazione intercettata e contenuta nella richiesta di arresti del pm, avrebbe mandato 80 curriculum per presunte assunzioni a Poste Italiane. A colloquio il 17 maggio del 2015 sono Marzia Capaccio, indagata, segretaria del faccendiere Raffaele Pizza ed un’altra persona, Elisabetta C. Le due donne sembrano lamentarsi per qualcosa che il ministro non avrebbe fatto.
CAPACCIO: «io ti ho spiegato cosa ci ha fatto a noi Angelino…”
ELISABETTA: «e…lo so…lo so…lo so…».
CAPACCIO: «cioè noi gli abbiamo sistemato la famiglia…questo doveva fare una cosa….la sera prima…mi ha chiamato suo padre…mi ha mandato ottanta curriculum… ottanta….».
ELISABETTA: «aiuto….aiuto…».
CAPACCIO: «ottanta…. e dicendomi…non ti preoccupare….tu buttali dentro…la situazione la gestiamo noi…e il fratello comunque è un funzionario di Poste….anzi è un amministratore delegato di Poste…».
ELISABETTA: «si..si..lo so..lo so…».
CAPACCIO: «e questo è un danno che ha fatto il mio capo (ndr. Pizza)…io lo sputerei in faccia solo per questo…».
ELISABETTA: «vabbè…tanto ce ne sono tanti Marzia…è inutile dirsi…questo è il sistema purtroppo…».
CAPACCIO: «sì ma io l’avevo già capito questo guardava solo ai cazzi suoi…glielo avevo già detto…io a differenza tua non mi faccio coinvolgere più di tanto, perchè cerco di razionalizzare un attimo di più e di valutare le persone che ho davanti…cosa che il mio capo…purtroppo in alcune circostanze nonostante la sua esperienza non è in grado di fare…».
In precedenza era emersa un’altra intercettazione, questa volta tra Raffaele Pizza ed un collaboratore del ministro, Davide Tedesco. In questa il faccendiere sosteneva di aver facilitato, grazie ad i suoi rapporti con l’ex amministratore Massimo Sarmi, l’assunzione del fratello del titolare del Viminale in una società del Gruppo Poste.