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In Sicilia serve rottamazioneFaraone apre Leopolda sicula

In Sicilia serve rottamazione Faraone apre Leopolda sicula

Alla seconda edizione della kermesse della durata di tre giorni, anche il sottosegretario Lotti. L'annuncio di un candidato alle prossime elezioni

Di Redazione |

  PALERMO – Per la Sicilia serve “una rottamazione all’ennesima potenza”, non per fare “la rivoluzione”, cara a Rosario Crocetta e quasi impronunciabile alla Leopolda sicula – edizione seconda, ma “per mettere sottosopra quest’isola” avverte il sottosegretario all’Istruzione Davide Faraone, padrone di casa della kermesse politica di tre giorni, aperta nel pomeriggio a Palermo assieme al sottosegretario alla Presidenza Luca Lotti.

E quello del Pd, anzi dell’anima renziana, segna “the end” dell’esperienza vissuta sull’ottovolante da Crocetta. Poco importa se il governatore si sia già rimesso in campo per bissare la legislatura. «Uno di noi ci sarà, non saremmo coerenti con quello che diciamo se non ci presentassimo alle prossime elezioni», taglia corto Faraone. Perché se «il governo nazionale si è impegnato per la Sicilia, non è stato per salvare il governo regionale» che «ora deve correre per fare le cose che deve fare mentre spetta alla politica rimediare agli errori per portare a termine la legislatura, concretizzando gli impegni messi in campo per la Sicilia».

Su Crocetta il giudizio di Faraone è tranchant: «Ero dell’idea di andare a votare in anticipo, perché non c’erano le condizioni per mantenere un livello di cambiamento, poi col governo Renzi abbiamo deciso di proseguire per mettere ordine alla Regione nella prospettiva della prossima legislatura». Un pò come una “safety car” nei Gran premi di Formula 1, “abbiamo evitato, insomma, che si provocassero altri incidenti, in vista della vera ripartenza”, nonostante “la rimpastite acuta” con quattro governi in tre anni e mezzo di legislatura: “Non è questo”, per Faraone, “il modo in cui si governa una Regione”.

 «La parola rimpasto – sbotta – è stata cancellata a livello nazionale, per costruire serve una maggioranza credibile». Nonostante la scelta nel governo Crocetta “abbiamo fatto bene”, insiste il sottosegretario, “portando avanti alcune riforme, difendendole contro chi ci attaccava” all’interno. Anche perché, ironizza, “è più facile raddrizzare la Torre di Pisa che sciogliere l’Assemblea regionale siciliana”. E l’avversario da battere sta più in casa che fuori. “Il M5s non ci preoccupa per nulla, in Sicilia è il partito della conservazione”, glissa Faraone.

 Alla Leopolda di Sicilia anche il vice segretario del Pd, Lorenzo Guerini. «La nostra missione deve essere la tenuta dell’infrastruttura politica del Paese ed essere motore del cambiamento. Per fare questo c’è bisogno di un leader e per fortuna l’abbiamo». «Invito tutti nel Pd a capire cosa c’è in gioco adesso – ha aggiunto – C’è bisogno di quella profondità di cambiamento che Renzi sta facendo nel Paese, solo così possiamo cogliere la sfida e dare una speranza». «A quelli che stanno sempre con il ditino alzato risponderei con un invito a fare un esercizio, cioè tornare all’inizio di questa legislatura, alle drammatiche difficoltà del 2013, a un Pd che non era riuscito a intercettare e forse riconoscere una domanda di cambiamento che poi si è manifestata impetuosa nelle elezioni del febbraio di tre anni fa, quando non si riusciva a eleggere il presidente della Repubblica». «I due anni alle nostre spalle sono la risposta alle difficoltà e alle criticità che ci sono state mosse – ha aggiunto Guerini – La drammaticità di quel momento non consentiva a noi di tergiversare rispetto a una mancanza di assunzione di responsabilità per dare, al Paese una prospettiva di cambiamento. La prossima settimana andremo alla Camera – ha concluso – per chiudere il percorso della riforma costituzionale e per rendere più efficiente il sistema istituzionale».COPYRIGHT LASICILIA.IT © RIPRODUZIONE RISERVATA

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