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In Sicilia Salvini gioca carta comunali e spera di bissare “cappotto” del Cavaliere

Di Redazione |

Roma  – Domenica 28 aprile si voterà in Sicilia per l’elezione del sindaco e il rinnovo dei consigli di 34 comuni della regione autonoma (Caltanissetta unico capoluogo di provincia) e Matteo Salvini si gioca anche la carta delle elezioni siciliane, memore del 61 a 0 che il centrodestra rifilò al centrosinistra nel 2001. Si tratta di comunali, dove spesso logiche locali hanno la meglio su quelle nazionali. Tuttavia, la Lega è intenzionata a utilizzare anche questa carta per presentarsi «preparata» ad una eventuale accelerazione verso le elezioni nazionali.

Il «Capitano», come lo chiamano i suoi, nega fermamente ogni ipotesi di crisi. «Siamo qui per cambiare il governo delle città e poi cambiare l’Europa. Il governo durerà cinque anni», ripete come un mantra. Ma il partito al suo interno è sempre diviso, e – si racconta – le tentazioni di alcuni big, come il governatore Zaia, di «strappare» ora, senza troppi tatticismi e senza attendere la conta delle europee rimane forte. Anche in considerazione del fatto che superata una certa soglia di potenziale crescita, il partito sarebbe sottoposto ad un forte rischio di logoramento in autunno dopo le quasi inevitabili misure lacrime e sangue della manovra 2020. In questo quadro, resta l’indecisione del leader, sempre orientato ad attendere il giro di boa delle europee per fare il punto della situazione. Anche il no fermo della Lega al “Salva Roma”, si ragiona in Parlamento, si spiegherebbe con la volontà di Matteo Salvini di rafforzare il suo legame con le altre amministrazioni comunali e ben presto lanciare una sorta di Opa ai vertici dell’Anci.

Intanto, la Sicilia viene associata a una sorta di “Ohio italiana”: la vittoria in questa Regione tradizionalmente anticipa un trionfo nazionale. Tanti osservatori fanno notare come queste tappe trionfali di Salvini nell’Isola ricordino i fasti passati di Silvio Berlusconi, quando, ai tempi del Mattarellum, il Cavaliere fece cappotto, con il celebre 61 a 0. E per la Lega stravincere qui potrebbe significare, in effetti, mettere in crisi forse definitivamente Forza Italia e egemonizzare la coalizione di centrodestra. Sulla carta, se veramente la Lega puntasse al voto nell’ultima data utile, a fine giugno, avrebbe ancora un paio di settimane a disposizione per chiudere il gioco del cerino e tentare la carta della crisi di governo. Scenario che il vicepremier ha sempre smentito, ma che resta ancora tra le ipotesi. COPYRIGHT LASICILIA.IT © RIPRODUZIONE RISERVATA


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