Il viceministro delle Infrastrutture Giancarlo Cancelleri ha confermato la data del 31 luglio per la riapertura del viadotto Himera, sulla A19, e il M5S all’Ars chiede le dimissioni, «come promesse», dell’assessore regionale Marco Falcone.
«Fino a qualche settimana fa era poco più che una scommessa e pure un tantino azzardata, ora è una certezza: il viadotto Himera sulla A19 sarà riaperto il 31 luglio grazie alla grande accelerazione e all’impegno del viceministro Cancelleri, a riprova del fatto che se le cose si vogliono veramente fare si fanno – dicono i deputati pentastellati – Ora l ‘assessore Falcone, che non credeva che ciò fosse possibile, perché evidentemente usa come metro le capacità operative del governo Musumeci, si dimetta come aveva promesso di fare se la data del 31 luglio fosse stata rispettata».
I deputati del Movimento venerdì prossimo saranno sul viadotto della Palermo-Catania per festeggiare l’occasione. «E’ una data altamente simbolica per il M5S e per tanti automobilisti siciliani – dice il capogruppo Giorgio Pasqua – Quel giorno di 5 anni fa, grazie alle restituzioni di parte degli stipendi dei deputati regionali 5 stelle, con la famosa trazzera riuscimmo a ricucire la Sicilia spezzata in due dal crollo del viadotto e quella strada per tanto tempo rappresentò l’unico modo per passare dal versante occidentale a quello orientale dell’isola e viceversa».
Pasqua aggiunge: «Se non ci fosse stato l’impegno spasmodico di Cancelleri sicuramente saremmo ancora lontanissimi dall’inaugurazione, tant’è che nemmeno Falcone ci credeva arrivando ad annunciare le proprie dimissioni in caso di apertura del ponte a fine luglio. Quando, in seguito, l’assessore ha capito che i tempi sarebbero stati rispettati, e che avrebbe dovuto dare l’addio alla poltrona, ha cercato di fare marcia indietro, cercando addirittura di prendersi un merito che sicuramente non ha. Per fortuna, i siciliani non hanno l’anello al naso e al suo tentativo di retromarcia per salvare la faccia non ha creduto nessuno. Ora Falcone mantenga la promessa – conclude Pasqua – anche perché sarebbe forse la prima mantenuta dal suo governo».