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Il totoministri siciliano: quasi fatta per Provenzano, Cancelleri si gioca un posto

Di Mario Barresi |

CATANIA –  Nella lunga notte del Sudoku del Conte 2 può anche capitare di andare a dormire (per quei pochi, fra gli interessati, che possono permettersi il lusso del sonno) ministro e risvegliarsi senza poltrona.

Non dovrebbe essere il caso dell’unico siciliano che, fino alla tardissima serata di ieri, era virtualmente nella lista che Giuseppe Conte dovrebbe consegnare già oggi al Colle: Peppe Provenzano corre per due ruoli di prestigio come il Lavoro o in alternativa il Mezzogiorno. L’esponente del Pd, 37 anni, originario di Milena nel Nisseno, è blindato da Nicola Zingaretti. Il vicedirettore della Svimez, graduato alla Scuola Sant’Anna di Pisa, era già da giorni in corsa per un posto di prestigio, ma ieri – dopo il passo indietro di Andrea Orlando, l’ex ministro a cui lo stesso Provenzano, suo consulente in Via Arenula, è molto vicino – la strada per l’ingresso nel governo Conte s’è spianata.

«Siamo in riunione, per adesso nulla di ufficiale» la stringata risposta alla telefonata de La Sicilia in tarda serata. Ma le chance di Provenzano restano forti almeno fino alle 23, quando da Roma si diffonde la voce che il M5S sta rivendicando il Lavoro «per dare continuità» ai 14 mesi di Luigi Di Maio, ora verso la Farnesina.

E qui la strada di Provenzano s’incrocia, indirettamente, con altri due siciliani. Perché una delle candidate naturali dei cinquestelle, con quotazioni che risalgono in nottata, è la catanese Nunzia Catalfo, presidente della commissione Lavoro al Senato e “madrina” del reddito di cittadinanza già all’opera sul salario minimo garantito. Il nome di Catalfo viene sussurrato come alternativa a Nicola Morra, qualora l’attuale presidente grillino dell’Antimafia dovesse andare all’Istruzione, o con i tempi supplementari per il ruolo di sottosegretaria.

Ma l’altro derby siciliano giocato in notturna sotto le luci soffuse di Palazzo Chigi è per il ministero del Sud. Al quale, fino all’ultimo, aspira Giancarlo Cancelleri, leader siciliano del M5S, volato già lunedì a Roma per giocarsi la partita di «un ruolo nel governo per dare risposte concrete all’Isola», lanciato dall’endorsement dell’eurodeputato Ignazio Corrao. L’ambizione massima del gruppo dirigente regionale era ottenere le Infrastrutture, che però andrebbero all’ingegnere triestino Stefano Patuanelli, capogruppo pentastellato a Palazzo Madama, fra i più attivi pontieri dell’accordo con il Pd. E se il posto di Danilo Toninelli è off limits, Cancelleri rimane fino a tarda notte in lizza proprio per il Mezzogiorno, che sarebbe lasciato da Barbara Lezzi in transito verso lo Sviluppo economico. 

Il vicepresidente nisseno dell’Ars ieri ha trascorso l’intera giornata al fianco di Di Maio. che nel D-day del voto sul web s’è circondato dei suoi fedelissimi: i ministri Alfonso Bonafede (altro siciliano d’esportazione quasi certo della riconferma alla Giustizia) e Riccardo Fraccaro, oltre che gli sherpa di Casaleggio. Vertice a Palazzo Chigi, poi passeggiata fino a un ristorante per un pranzo veloce e rientro alla base per attendere il verdetto. Cancelleri resta in silenzio, ma vive in sala parto la nascita di un esecutivo in cui fino all’ultimo spera di avere un posto.

Ma il viaggio della speranza del due volte candidato governatore non è stato digerito da una parte di attivisti e big siciliani. Nella chat dei portavoce, ieri, anche l’articolo di anticipazioni del nostro giornale è finito nel tritacarne di chi contesta a «Giancarlo» un eccesso di protagonismo da «pigliatutto» e una «candidatura dall’alto» seppur nella crociata, ritenuta sacrosanta, per far pesare di più i grillini siciliani. Nessuno si espone ufficialmente. E pure l’europarlamentare Dino Giarrusso (il più votato del Movimento, di recente indicato da SkyTg24 in corsa per i Beni culturali), ritenuto da molti attivisti un possibile leader alternativo, mantiene un basso profilo. «Noi siciliani abbiamo 50 parlamentari frutto di una grande vittoria del 2018, ma abbiamo ottenuto anche un grande risultato alle Europee, dimostrando una forza ancora determinante. Per questo sarebbe giusto avere dei siciliani in ruoli chiave del nuovo governo: ministri, vice e sottosegretari. Credo che se tutti noi portavoce ci riunissimo per indicare una rosa di nomi condivisa, e compatibile con le regole del M5S, nessuno potrebbe dirci di no».

Il messaggio in codice riguarda il doppio ruolo a Palermo e Roma rimarcato, fra le righe, dal deputato etneo Santi Cappellani: «L’ipotesi di Cancelleri al governo mi sembra improbabile perché contraddirebbe un nostro principio fondante, il divieto di cumulare incarichi e poltrone. E siccome Giancarlo è un attivista della prima ora sono certo che ha ben chiare le nostre regole».

Al di là dei mal di pancia, le speranze dei grillini siciliani (e catanesi) restano appese a Giulia Grillo. Che – in un’altalena di conferme e smentite – resiste nel posto di ministro della Salute. Ma resta quotato anche il messinese Francesco “Ciccio” D’Uva che potrebbe finire al ministero per i Rapporti con il Parlamento, Oggi, all’alba di una notte infinita, si scioglieranno tutti i nodi.

E, dopo il giuramento (nel pomeriggio o al massimo domani) di Conte e della nuova squadra, ricomincerà la lotteria. Per i sottosegretari. Premi di consolazione per gli aspiranti ministri delusi, ma soprattutto nuove ambizioni (anche fra i dem siciliani) per gli ultimi strapuntini del «governo delle novità».

Twitter: @MarioBarresi

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