ROMA – Primo obbiettivo non fermarsi e tornare nelle piazze ovunque, sul territorio. L’altro traguardo è superare il 25% dei consensi fra gli italiani. Dopo aver invaso le grandi città, le Sardine, riunite per la prima volta a Roma in assemblea, promettono battaglia nei territori: dalle periferie ai piccoli centri.
Così oltre 150 animatori delle manifestazioni locali di queste settimane si sono date appuntamento in un palazzo occupato per fare il punto su come andare avanti. Una riunione a porte chiuse, durata oltre 4 ore, convocata per avere un primo contatto fisico tra persone in carne e ossa che sinora si sono parlate solo sui social. E’ stata anche l’occasione per dar vita a tavoli tematici, fare un primo bilancio di cosa si può migliorare nella convocazione delle piazze. Al momento niente che possa far pensare a un passaggio dal movimento spontaneo a qualcosa di più organizzato, lista o partito.
Per ora, quindi, scrivono su Facebook, si vuole «continuare a presentare un’alternativa alla bestia del sovranismo e alle facili promesse del pensiero semplice», tornando «subito nei territori».
E annunciano «decine di iniziative a partire dal mese di gennaio». «Fra queste: “Sardina amplifica sardina”, che sarà organizzato nel Lazio, per raccogliere i bisogni dei territori attraverso sardine che saranno raccolte in un’unica rete simbolica; «Tutti sullo stresso treno», un treno di sardine che attraverserà la Liguria fino alla Francia; e «Staffetta delle sardine», che sarà realizzata in Sicilia per raggiungere anche le zone con situazioni critiche e complesse», si legge ancora.
«Oggi per queste nuove iniziative si sono gettate le basi, che saranno poi sviluppate nelle prossime settimane e presentate nel dettaglio. Un denominatore comune emerso da tutte le proposte è l’attenzione alle zone periferiche, alle piccole città e alle località di provincia. Uno degli obiettivi delle Sardine fino a fine gennaio sarà raggiungere il più possibile territori che, spesso perché in difficoltà, si sono rivelati più vulnerabili ai toni populisti».
«Nessuna discussione, invece, su temi politici specifici, che per definizione sono complessi e non possono essere affrontati in una mattinata in modo adeguato. Negli ultimi 30 giorni le sardine hanno scatenato una straordinaria energia, occorrerà molta pazienza per dare anche un’identità politica a questo fenomeno. E’ la stessa pazienza che chiediamo al mondo dei media. Capiamo l’urgenza di avere risposte ma ribadiamo che queste, invece, possono maturare solo con il tempo, e con la costruzione di un percorso condiviso che continuerà a rafforzarsi nelle prossime settimane», prosegue la nota.
«Ciò che è certo è che le sardine si sono riunite per combattere tutte le forme di comunicazione politica aggressive, che strizzano l’occhio alla violenza, verbale o fisica, online o offline», concludono le Sardine. «Ribadiamo i punti emersi dalla piazza di Roma e condivisi durante la giornata di oggi», a partire dalla fiducia nelle istituzioni e dalla richiesta di «abrogare» i decreti sicurezza.